Domenica, allo scoccare delle otto, tutti con il naso all'insù e orecchie tese per un concerto che sarà possibile seguire in vari punti della città. Non è un concerto high tech, semmai ha il sapore di un ritorno, se non all'antico, certo al passato. E' il concerto di campane promosso dal Festival MiTo e affidato alla «Federazione campanari bergamaschi». Sette le chiese coinvolte, con il Duomo in testa. In condizioni atmosferiche ragionevoli, i rintocchi di campane avvolgeranno l'intera città sebbene sia il Duomo a offrire una platea privilegiata con le sue terrazze capaci d'ospitare 1500 persone, che dovranno raggiungere la sommità della cattedrale entro le 7.30. «Questo appuntamento offre l'opportunità di riscoprire un suono soffocato dal traffico: il suono delle campane a scala, una tradizione che a Milano è sparita negli ultimi cinquant'anni», spiega Luca Fiocchi, presidente della «Federazione campanari bergamaschi». Domenica sarà lui a dirigere loriginale orchestra dalle guglie del Duomo. In sostituzione della bacchetta, il classico telefonino o ricetrasmittente grazie ai quali condurre il gruppo di trenta campanari. C'è una sorta di partitura da seguire, nel senso che i primi rintocchi spettano ai tre bronzi del Duomo, campane del Cinquecento azionate elettricamente. Poi a ogni campanile, a rotazione, verranno concessi tre minuti. Parte Sant'Ambrogio, quindi seguono San Vittore, San Giorgio e San Francesco di Paola, cioè campane azionate manualmente. Chiudono San Carlo e Sant'Alessandro: entrambe sfoggiano un sistema computerizzato. «In chiusura, alle 8.20, si uniranno tutte le campane» anticipa Fiocchi, che ci spiega le particolarità timbriche, diciamo il colore, di suoni ai quali non si riserva in genere grande attenzione: «il campanile di San Carlo, altissimo e nascosto, ha la particolarità d'avere, anziché le classiche cinque, ben sei campane: dal suono stupendo, profondo e pieno. Quelle del Duomo, invece, pagano lo scotto di essere assiepate sotto la Madonnina, per cui il suono viene un poco soffocato». Domenica le campane verranno suonate a concerto, secondo il sistema ambrosiano in uso un po' in tutta la Lombardia (con l'eccezione di Valtellina e Mantova), cioé con i rintocchi che non ripropongono una melodia in particolare, ma si suona a festa con le campane tirate a corda. Su comando del caposquadra, i membri del gruppo devono lasciar scendere le campane dalla posizione di riposo in maniera perfettamente sincronizzata, producendo un armonico scampanio. Fiocchi guida una federazione di circa cento campanari - unica in Lombardia - che ha il suo cuore pulsante nella scuola campanaria di Roncobello. Qui si apprende l'arte del campanaro, un'arte che - quanto all'Italia - vede primeggiare Bergamo assieme a Verona, Genova, Bologna e Reggio Emilia. Un'arte e un patrimonio da difendere a denti stretti: l'alta tecnologia rischia di oscurare questa tradizione secolare.
Ecco perché Fiocchi, milanese, docente universitario di spagnolo, nel 2000 decise di creare una federazione e una scuola radunando i campanari dell'area bergamasca, forti di floridi campanili muniti anche di dieci campane.
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