Cronache

Ore 9.41: scoppia il gasometro Cornigliano rivede il cielo azzurro

Al posto di uno dei simboli delle Acciaierie dovrebbe sorgere un’area per la città. Centinaia di «spettatori»

Ore 9.41: scoppia il gasometro Cornigliano rivede il cielo azzurro

(...) senza nero e fuliggine della fonderia, ma anche baciati e profumati dal caldo del sole e dall’aria tersa di un bel mattino quasi estivo. Un’ottantina di famiglie sono state evacuate dalle 8.30 fino alle 10.30 di ieri. È stato fermato il traffico ferroviario e quello stradale. Centinaia di persone hanno seguito dal ponte sul Polcevera e lugno le vie degli operai intorno all’Ilva, l’evento eccezionale. Politici e tecnici hanno assistito all’abbattimento del gasometro dal retro della Fiumara.
«Siamo stati costretti a lasciare le nostre case – dicono alcuni degli abitanti di via San Giovanni D’Acri – per questioni di sicurezza. Non c’è stata tanta polvere. Il botto ha fatto tremare marciapiedi, pavimenti e soffitti, ma a noi sta bene così. Siamo contenti da oggi c’è più luce che arriva dalle finestre. Il panorama è migliore. Fino a qualche anno fa in inverno la vista dai balconi si tingeva di scuro. Adesso è tutta un’altra cosa. Speriamo che i politici siano in grado di decidere e realizzare progetti al servizio dei residenti del quartiere. È un’area immensa dove si possono trovare soluzioni differenti, ma Cornigliano da ora in poi non ci deve rimettere. Vogliamo abitare qui e vogliamo starci bene».
Il gasometro era alto 68 metri e mezzo e largo 36 metri di diametro. Era stato costruito negli anni Cinquanta e serviva a immagazzinare i gas provenienti dalla cokeria per il mantenimento in pressione dell’impianto e l’utilizzo come combustibile per l’altoforno, la centrale termica e le batterie. Dal 2003 era inutilizzato. I tecnici assicurano di avere prima ispezionato l’impianto e di non avere trovato, come qualcuno degli abitanti del quartiere temeva, tracce di amianto o altre sostanze tossiche tali da potere produrre pericolo alla popolazione a seguito dell’esplosione. L’impatto sul terreno è stato irrilevante considerato che il peso del gasometro era di circa 650 tonnellate, un quindicesimo di ognuna delle fette del silos di Ponte parodi abbattute alcuni anni fa. La demolizione è costata mezzo milione di euro. Al posto del piccolo gasometro verrà costruito un centro di attrazione per la comunità corniglianese e per i genovesi. Il progetto fa parte del masterplan presentato dalla società di Cornigliano in Comune firmato dall’architetto Marco Casamonti.
«La chiusura dell’Ilva e il progetto di recupero delle aree di Cornigliano – dice il sindaco Beppe Pericu – sono un esempio per l’Italia. Con l’abbattimento del piccolo gasometro abbiamo compiuto un altro passo verso la riqualificazione delle aree industriali e archiviato la fase delle fonderie costruite negli anni precedenti il conflitto mondiale e diventate inquinanti negli anni Cinquanta. Le acciaierie sono un ricordo e Genova modifica il suo aspetto salvaguardando tuttavia i posti di lavoro. Cornigliano diventa centro cittadino insieme a Fiumara e al corollario delle ex aree industriali intorno al polo dell’acciaio. Genova è finalmente unita. Toccherà alle prossime amministrazioni comunali realizzare progetti di eccellenza e di recupero urbano e ambientale. Noi siamo riusciti a realizzare accordi tra mille ostacoli con una trattativa lunga, estenuante, ma che ha portato buoni frutti».
«Sotto il monte Gazzo ci abito da bambino – spiega il presidente della provincia Alessandro Repetto – e vedere abbattere il piccolo gasometro mi apre il cuore di felicità. È un’emozione. Il panorama è diventato più azzurro. Ce lo aspettavamo da anni e finalmente siamo stati in grado di togliere l’industria inquinante che soffocava il quartiere. Verranno costruite scuole, piste ciclabili, centri di attrazione. I posti di lavoro ci sono. Del simbolo dell’acciaio, ma soprattutto dell’inquinamento non rimarrà niente. Effettivamente hanno vinto le donne di Cornigliano e dei quartieri circostanti».
Anche le tre ciminiere di smaltimento dovrebbero essere smantellate nei prossimi mesi. Così come il gasometro grande, quello a lato monte del piccolo, alto 98 metri e largo 51 metri di diametro, che serviva a immagazzinare i gas provenienti dall’altoforno. Con un bando di gara il cui termine scade l’otto maggio per circa un milione e seicentomila euro, verrà distrutto entro fine anno grazie alla tradizionale tecnica del taglio senza la spettacolare esplosione delle microcariche.
«Da giugno – dice l’amministratore della Società per Cornigliano Enrico da Molo – quando finisce l’iter burocratico per l’appalto di demolizione, dovranno trascorrere 161 giorni. Poi anche l’altro gasometro sarà abbattuto. Abbiamo pensato a progetti di eccellenza per la riqualificazione dell’area che abbiamo presentato in Comune. Spetterà alla prossima amministrazione comunale decidere cosa realizzare. Ci aspettiamo comunque eccellenti progetti di servizio.

Credo che Cornigliano se li meriti».

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