Ore decisive per intesa tra Hera, Iride ed Enia

da Milano

Ore decisive per il negoziato fra i manager di Hera, Iride ed Enia: obiettivo, arrivare a un accordo per dar vita alla seconda utility del Nord, alla spalle di A2A, entro il 30 settembre. A tutt’oggi, tuttavia, le distanze restano immutate - concambi, piano industriale e governance - e lo scenario più probabile, dopo la scadenza dell’esclusiva, potrebbe vedere l’avvio di trattative a due fra Iride ed Enia o fra Enia e Hera, ma anche fra Iride e un partner straniero.
In altri termini, il piano attuale prevede la fusione a tre, ma se tutto dovesse precipitare le aziende coinvolte potrebbero prendere altre strade. E i potenziali partner interessati a un ingresso in Iride non sarebbero difficili da trovare, da Endesa a E.On, a Gaz de France, come sottolineano alcuni analisti. Non è da escludere poi, anche l’opzione tutta regionale con un’aggregrazione fra Enia e Hera. Fonti vicine al dossier aggiungono che il vero nodo del negoziato riguarda soprattutto il piano industriale e, in ultima analisi, la governance. «Sta prendendo piede il sistema duale, l’unico che consente l’operazione perché moltiplica i posti da assegnare fra i vari azionisti», osserva una delle fonti.

Tomaso Tommasi di Vignano, attuale presidente di Hera, dovrebbe essere indicato alla presidenza del consiglio di gestione della nuova reltà post fusione. Il presidente di Iride, Roberto Bazzano, dovrebbe andare a presiedere il consiglio di sorveglianza, «ma pare che Torino non sia convinto di questa ipotesi e stia cercando altri nomi», conclude una delle fonti.

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