Anno zero dopo Lehaman? «Piuttosto ricorre il 42° dalla fondazione di questa azienda. Ne siamo orgogliosi. E aggiungo: con il coraggio del cambiamento oggi siamo più forti di prima». Norberto Ferretti riserva il gran finale alla sua platea. Ha di fronte i dealer, fornitori, manager del gruppo e stampa internazionale. E, come sempre, lancia «il cuore oltre l’ostacolo”. Norberto ricorda a tratti il grande vecchio della Formula 1 quando difese a spada tratta Niki Lauda, attaccato dalla stampa dopo il clamoroso abbandono in Giappone: «Non è codardia, ma coraggio di avere paura». Si chiamava Enzo Ferrari, il Drake. È possibile che tra la specie umana circoli ancora qualche duplicato di quel grande corredo cromosomico... La presentazione dell’ottavo meeting, tradizionale appuntamento del gruppo in Costa Azzurra, tocca a un emozionato Domenico Pirazzoli, responsabile della comunicazione. Quindi è la volta di Lamberto Tacoli, direttore commerciale marketing e presidente Crn: «L’anno più difficile e complicato della nostra storia - dice - si chiude con il successo di “Easea Tour” e, soprattutto, con tre lettere di intenti per la costruzione di altrettanti megayayacht Crn (valore di circa 100 milioni, ndr). Abbiamo affrontato nuovi scenari, un mercato diverso. Con la solita passione e più determinazione. Mi sento di dire che siamo più gruppo di prima». Mercoledì scorso, a Cannes, il gruppo di Forlì (Ferretti Yachts, Crn, Custom Line, Bertram, Mochi Craft, Itama, Pershing e Riva) ha presentato i nuovi modelli, ha illustrato le strategie future e, soprattutto, gli attesi conti dell’esercizio chiuso al 31 agosto. È compito di Salvatore Basile, il manager del Sud cresciuto nelle multinazionali europee, snocciolare i numeri: oltre 500 milioni di fatturato, un margine operativo lordo di 30 milioni (26 lo scorso anno), riduzione dei costi per 50 milioni, indebitamento finanziario netto in calo da 620 a 590 milioni di euro. Basile ha centrato il primo degli obiettivi, nel pieno rispetto del piano di rilancio: «Avevamo un gran bisogno di ridefinire la rotta - dice - siamo a buon punto e ne sono orgoglioso. E voglio ricordare a tutti che i miei operai non sono diversi dai loro colleghi di Melfi... Smettiamola con la demagogia. Non si raggiungono risultati come questi senza una squadra come la nostra. Non è facile cambiare la cultura aziendale e una struttura organizzativa. Noi ci siamo riusciti, rapidamente. Un’azienda con un rapporto debito-ebitda a 19 può stare in piedi? Io dico di sì, perché il recupero è costante. I risultati sono eccellenti, in linea con il budget». Il piano di rilancio, quindi, funziona mentre il cash flow copre abbondantemente gli oneri. Tanto che, «pur in condizioni difficili - aggiunge il top manager - abbiamo continuato a investire in prodotti. A Cannes ci sono sei novità, altrettante ne porteremo ai prossimi saloni. È il frutto della nostra capacità di reagire. Abbiamo superato le nostre stesse aspettative». Infatti il portafoglio ordini la dice lunga: al 1° settembre registra 270 milioni (+ 95 sullo scorso esercizio), con un volume di nuovi ordini di circa 470 milioni. «Con il nostro progetto abbiamo difeso [TESTO]anche[/TESTO] la nostra credibilità - conclude Basile - incassando il plauso di nostri prestigiosi fornitori. Ora mi aspetto la conferma di quella ripresa di cui abbiamo appena sentito l’odore. Con un solo rammarico: in Italia chi compra una barca è ricco per definizione, quindi evasore. Siamo un Paese che si nutre di demagogia. Quando la piantiamo?». Per il presidente-fondatore sono stati «due anni terrificanti. Il mondo è entrato nella tempesta. Noi siamo rientrati in porto, abbiamo fatto le riparazioni e siamo usciti ancora in mare. Durante il boom economico - aggiunge Norberto Ferretti - nella nautica si nascondevano molte cose. Prendiamo il caso Baglietto: la crisi ha solo accentuato vecchi problemi di gestione, come per molti altri cantieri. Questo non è un business facile, si salva chi ha competenze specifiche. Se la nostra azienda fosse stata decotta non ce l’avrebbe fatta». Forse Norberto Ferretti non ha voglia di parlare del tormentone dell’estate: l’arrembaggio ai megayacht. Ma accetta la provocazione: «È giusto fare i controlli- risponde - ma gli interventi a gamba tesa nella nautica hanno effetti speciali. Il sequestro di un’auto di lusso non fa notizia. Mi trovavo a La Spezia e ho visto in diretta lo spettacolo attorno alla barca di Briatore. Uno show. Poi è toccato a Boldi e ad altri ancora. È stato il panico. Sono scappati via tutti. Io in un giorno sono stato fermato tre volte. La mia barca è stata tutto l’inverno a La Spezia... Però ho visto i porti spagnoli molto affollati. Se vogliamo distruggere il turismo facciamolo pure. Basta esserne consapevoli.
E responsabili delle proprie azioni. No, così non va. Lo show del terrore ha contagiato anche gli stranieri». Che hanno rivolto la prua verso altri lidi».Foto: sopra, l'ad Salvatore Basile; sotto, Norberto Ferretti
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