«Ormai è una favelas fuori controllo»

«Ci sono momenti in cui ti viene davvero voglia di bruciare tutto». Parola di Antonietta Spinella del comitato di via Triboniano, quello per intenderci che la scorsa estate propose di erigere un muro tra il campo rom e la città. Proposta di «persone perbene che non ne possono più»: «Capiamo la rabbia dei residenti di Opera e capiamo pure quei Comuni che non vogliono nomadi sul territorio. Non è facile creare una convivenza dove c’è chi fa quello che vuole senza remora».
Virgolettati accompagnati dalle immagini di una quotidianità fatta di soprusi e di violenze, «illegalità consumate in una favelas ormai fuori controllo, dove mille e passa persone vivono in una situazione terrificante, in mezzo agli escrementi e ai topi». I controlli? «Non ce ne sono più, l’unico che sempre risponde è il vicesindaco Riccardo De Corato. Le altre Istituzioni restano in silenzio, anche la Prefettura ci lascia senza risposta». E, attenzione, continua il portavoce dei residenti di via Triboniano, «con i rom non c’è razzismo da parte nostra: il fatto che ci siano reazioni e proteste è il segno che con questi i problemi ci sono e sono reali».

E ancora altre immagini di un’integrazione impossibile: «Quest’estate hanno distrutto gli impianti sanitari prima che fossero installati, distrutti per gioco», «l’altro giorno 4-5 bambini di 11, 12 anni scorrazzavano su di un’auto rubata, gimcane folli sino a distruggerla», «all’Amsa impediscono l’ingresso al campo, quando ci riesce - una volta su cinque - è sempre sotto scorta dei ghisa».

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