Un gigante dalla pelle nera, un gigante molto arrabbiato. Un Otello, in Inghilterra tutto è shakesperiano a prescindere, che si trova a fronteggiare inganni e barbarie davvero tremendi e che per farlo usa metodi tremendi e, soprattutto, una tremenda intelligenza. Questo è l’ispettore John Luther che vedrete dal sei gennaio su FoxCrime (tutti i giovedì alle 21). E se la crime story americana riesce ormai a darvi un po’ la nausea (per saturazione) qui vi troverete davanti una mini serie davvero bella: Luther è quasi un super film in sei puntate. A partire da un primo episodio mozzafiato, in cui l’incipit è dato dal feroce scontro tra un John Luther, dagli occhi iniettati di sangue, che tortura un pedofilo (un signore elegante che si diverte a murare vive le bambine) per fargli confessare dov’è l’ultima vittima. E una volta saputo dove si trova la piccola lo lascia precipitare nel vuoto.
Vendetta fredda per le vittime precedenti. Ma questo è solo l’inizio, nemmeno una manciata di minuti, la parte più ’mericana della serie, ambientata in una Londra ipermoderna dove viene sempre inquadrato il lato più new economy della city; dopo arriva la trama vera, quella che gli States, soffocati dagli effetti speciali e dagli esami del Dna, ci regalano sempre meno. Luther passa mesi sotto inchiesta e quando viene reintegrato, grazie all’intervento del suo capo, si ritrova addosso due brutte gatte da pelare. La moglie che lo tradisce e la più geniale delle assassine: Alice Morgan fisica esperta di buchi neri che crede solo nell’odio e ha sterminato i parenti.
Quanto alla moglie, Luther la inseguirà (le disfa anche la casa a pugni ma questo è un dettaglio) nel tentativo di mantenere nella sua vita un briciolo d’amore, qualcosa di incontaminato (o almeno il ricordo di qualcosa di incontaminato). Quanto alla terribile Alice la fa franca: Luther non ha dubbi sulla sua colpevolezza, anzi trova persino un pezzo dell’arma del delitto, ma essendo in Inghilterra e non nel Texas di Chuck Norris non può limitarsi a buttarla in cella e far mangiare la chiave a un serpente a sonagli. Ecco che allora nasce un intricatissimo rapporto tra il detective e l’assassina dove la sfida di cervelli e l’attrazione morbosa si intrecciano senza soluzione di continuità, dando vita a una sfida che dai tempi di Basic Instinct o del odio/amore tra Hannibal Lecter e Clarice Starling del Silenzio degli Innocenti non riusciva così bene. Merito anche degli attori, a partire da Ruth Wilson che grazie ai suoi occhi glaciali è riuscita a passare dal ruolo di Jane Eyre (altra serie Bbc stravenduta nel mondo) a quella di una cattiva algida ma sensualona senza perdere smalto. Quanto a Idris Elba, nella sua recitazione è sin troppo facile vedere dei richiami a Forest Whitaker (nelle movenze) o la lezione del poliziotto duro e nero, ma col cervello fino, di Sidney Poitiers che interpreta l’ispettore Tibbs. Ma la forza di Luther non è tanto nelle somiglianze azzeccate con altre serie o altre narrazioni, quanto nel fatto che comunque il telefilm riesce a raccontare un’Inghilterra diversa ma tanto inglese (compreso il fatto che le macchine della polizia fanno davvero ridere). Ecco perché il prodotto Bbc in patria ha fatto il 23,8% di share ed è subito stato esportato negli Usa e in Australia (va in onda su ABC Australia). Insomma più o meno la sorte di Life on Mars poliziesco surreale che gli americani hanno prima guardato e poi copiato, rifacendoselo in casa (ABC) ma con meno verve e qualche pistolettata in più. La riscossa della vecchia Europa passa dal fatto che ormai quanto a suspance e effetti speciali giochiamo (quasi) alla pari ma la capacità di gestire una trama che non sia solo seriale gioca a nostro vantaggio: facciamo dei film d’azione a puntate più che avvitarci sempre attorno allo stesso plot. E in quest’ambito fa piacere che anche l’italianissimo Romanzo criminale (la serie) sia quello sbarcato negli Usa dove è stato acquistato dalla Hbo, intenzionata ad utilizzarlo anche per il mercato latino. Certo, era già successo con La Piovra. Ma in quel caso era un prodotto italiano che incarnava una serie di stereotipi e quindi il funzionamento era in qualche modo garantito (come quando in Inghilterra sfornano un nuovo Jack lo squartatore qualunque).
Romanzo criminale invece racconta un
pezzo d’Italia che negli States non sanno neanche cosa sia. Racconta qualcosa di nuovo (chissà come tradurranno il romanesco) così come in Luther c’è una Londra di fantasia ma tanto diversa dal solito canovaccio vittoriano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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