Ormoni, strip e provocazioni: il lato B delle donne di sport

Era l’estate di Pellegrini e Pennetta, siamo finiti al caso Semenya. Poi torna il pallone e calciatrici e vallette si mettono subito a nudo

Ormoni, strip e provocazioni:  
il lato B delle donne di sport

Ci sono donne e donne. Nel senso buono, dico. Prendete lo sport. È stata un’estate di quelle dure e pure, la Pellegrini, la Pennetta, la Filippi, la Rossi, la Cagnotto e la Dallapè, tra tennis, nuoto, tiro a volo e tuffi, roba mondiale, ori, argenti, bronzi, razza vincente, ragazze belle, fascinose, eleganti, storie d’amore, di sesso, prima e dopo le gare, insomma tutto il meglio del meglio, comprese le lacrime da repertorio. Ma l’estate sta finendo, come cantavano i Righeira, e allora non tutte le donne godono della stessa gloria oppure se la vanno a cercare su altri siti, non propriamente agonistici, sportivi, ludici.

Caster Semenya in Sudafrica è un’eroina, in Occidente un po’ meno, soprattutto non si è ancora capito, deciso, definito se sia necessario aggiungere l’apostrofo all’articolo un che precede il sostantivo «atleta», insomma la o il Semenya? Il verdetto è sospeso, si attende l’esito delle analisi, l’Europa si spacca, il quotidiano inglese Daily Telegraph tira fuori un test secondo il quale a un controllo medico premondiale Caster Semenya avrebbe denunciato testosterone tre volte superiore alla media femminile. Si aggiunga il fatto che l’allenatore delle sudafricane è tale Ekkart Arbeit, tedesco ovviamente, il quale in passato avrebbe somministrato alle atlete doti industriali di steroidi anabolizzanti in misura tale che una di queste, Heidi Krieger, sarebbe stata costretta a cambiare sesso. Non si sa quale sia il rapporto esistente tra herr Arbeit e miss/mister Semenya ma il caso oltre a essere delicato si è subito prestato a strumentalizzazioni ideologiche che non c’entrano nulla con i regolamenti sportivi ma fanno titolo e commenti birignao per certa stampa mentre il parlamento sudafricano ha pronto un dossier di protesta da inviare alla commissione dei diritti umani dell’Onu: «La verifica del sesso è una grave e severa violazione della privacy e dei diritti basilari», tralasciando però di dire che il rispetto delle regole è pure lui basilare, al gioco.

Di certo Caster Semenya non voleva far parlare di sé per questo ma per la sua corsa unica e mondiale sugli ottocento metri piani. A differenza delle quattro galline di Francia che hanno deciso di svoltare: giocano a calcio, la nazionale francese da ieri sera in Finlandia partecipa al campionato europeo, ma nessuno scrive e parla di loro, non sono né Zidane, né Thuram, nemmeno madame Carlà e allora che ti hanno combinato? Sarah Bouhaddi, portiere, Corine Franco, difensore, Gaetane Thiney, centrocampista, Elodie Thomis, attaccante, si sono spogliate. Non nello spogliatoio, davanti alle colleghe, ma in uno studio artistico davanti a un fotografo, per la campagna pubblicitaria dallo slogan «Dobbiamo arrivare a questo perché ci veniate a vedere?». Voilà et la pub, non Dieu, crea la femme, via calzoncini, maglietta, calzettoni, mutandine, reggipetto, eccole, tutte e quattro belle fresche, nude, in pose corrette, non sguaiate, truccate il giusto, lo sguardo ambiguo, meglio così naturali che in campo, ingoffate da calciatrici.

Del resto in Francia chi va nudo nello sport pensa di andare sano e lontano, il vice campione del mondo di salto con l’asta, Roman Mesnil, è triste perché non trova uno sponsor, allora ha deciso di lanciare il messaggio, ha conservato l’asta tra le mani nodose ma si è tolto pure lui la divisa, nudo come le quattro calciatrici, vediamo se qualche ditta lo prende prima che salti oltre i sei metri.

Di sicuro un salto sulla sedia lo hanno fatto i telespettatori sintonizzati domenica sera su Controcampo. Non certo per l’immaginifica camicia, ma di alta griffe, di Mughini o per le scarpe di Di Canio, piuttosto per Maria Josè Lopez, ex signora Jimenez, da vedere sempre non soltanto dirimpetto, abile nel ballo del raggaeton con variazioni sul tema, tipo uscita di un seno, dicesi il sinistro, durante la danza improvvisata, si fa per dire, in diretta satellitare, analogica e digitale. Va da sé che la señora avrà altro da dire e illustrare nelle prossime puntate, così come le quattro damine di Francia, dopo l’esordio di ieri con l’Islanda, dovranno mettere a nudo le loro qualità tecniche contro Germania e Norvegia.

Per Caster Semenya non si sa bene quale possa essere il futuro, a diciannove anni deve già sciogliere il dubbio esistenziale, con tutti gli annessi e connessi. Nell’attesa dell’ardua sentenza, qualcuno non si dimentichi di monsieur Roman Mesnil che gira nudo con l’asta tra le mani.

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