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Orrore in Argentina, tredicenne accusato di quadruplice omicidio

Il ragazzino incastrato dalle impronte sul sangue. Ora si trova in un ospedale psichiatrico. Avrebbe ucciso l'amichetto, sua zia e i nonni

Un ragazzino di 13 anni è accusato in Argentina di un quadruplice omicidio avvenuto a Mendoza l'8 dicembre. Il bambino è passato da principale testimone della carneficina a unico sospettato. In questo momento si trova in un ospedale neuropsichiatrico. Gli investigatori sono sicuri della sua colpevolezza ma è ancora misterioso il motivo per cui il bambino ha deciso di uccidere un suo amichetto e tutta la famiglia.
L'8 dicembre l'ottantenne Alí Miguel, sua moglie Sara, sua figlia Monica e suo nipote Exequiel, di dieci anni, furono brutalmente uccisi e nei primi giorni il ragazzino cambiò una serie di versioni, destando già sospetti negli investigatori. Ma a incastrare il tredicenne è stato il riscontro dei calchi lasciati dalle scarpe sul sangue che circondava le quattro vittime. Le caratteristiche e l'intensità delle ferite, presumibilmente tutte inferte con armi da taglio, dimostrano che gli omicidi sono stati commessi tutti dalla stessa persona. Per gli inquirenti è difficile ricostruire il movente alla base di questo orribile assassinio che sta scuotendo l'Argentina. Ma la pista più accreditata sarebbe quella sessuale. Sul computer del ragazzino sono stati trovati infatti una serie di siti pornografici. Una delle ipotesi è che la donna di 49 anni, Monica, abbia trovato i due bambini in atteggiamenti sessuali e questo abbia scatenato la furia del tredicenne, che prima avrebbe ucciso la donna, poi il bambino e infine i nonni che stavano rientrando in casa.

Ma non è escluso anche un patto omicida tra i due bambini, che si sarebbe concluso però con la morte del più piccolo.

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