Rignano Flaminio: a un giorno dalludienza del Riesame il gip fissa la data per lincidente probatorio. Dispositivo necessario per «congelare» una serie di indizi irripetibili che, per laccusa, potrebbero trasformarsi in prove da portare in dibattimento. Di contro, per i legali della difesa (da indiscrezioni sarebbero stati loro a richiederlo allindomani degli arresti) potrebbe essere lo strumento utile per provare linnocenza degli indagati. Se, per esempio, la «formazione pilifera», un pelo, e le sostanze organiche trovate nellauto della maestra Marisa Pucci dovessero appartenere a un cane e non a un alunno. Oppure se le impronte rilevate in casa Scancarello-Del Meglio non dovessero appartenere ai bambini che hanno denunciato abusi e violenze. Se dai laboratori del Ris di Roma, viceversa, dovessero arrivare i risultati auspicati dalla Procura sarebbe la svolta. Basterebbe un riscontro, un frammento dimpronta digitale per confermare il castello accusatorio dei magistrati di Tivoli e inchiodare i presunti pedofili. Prove che finora non sono state prodotte. Lo stesso reparto scientifico dellArma, daltro canto, in assenza dellincidente probatorio non può consegnare al pm i risultati ottenuti in oltre sei mesi di lavoro. Nel corso delludienza il gip Elvira Tamburelli nominerà un proprio perito e altrettanto potranno fare sia il pm Marco Mansi sia i difensori degli indagati. Insomma, una fase fondamentale per le indagini sul caso scoppiato alla materna Olga Rovere e che già da domani potrebbe ribaltare la situazione. Una storia inquietante quella denunciata da una ventina di genitori fra luglio e ottobre e che avrebbe come protagonisti tre maestre, unoperatrice scolastica, il marito di uninsegnante e un benzinaio cingalese, in carcere dal 24 aprile. Accuse gravissime: associazione a delinquere, sequestro di persona, violenza sessuale su minori di 10 anni. Uninchiesta difficile da portare avanti in una piccola comunità in cui si conoscono tutti e molti sono imparentati fra loro. Un paese in cui già alla fine di agosto tutti sapevano dei presunti orchi nella materna comunale. Situazione, secondo gli inquirenti, recepita dagli stessi personaggi coinvolti, da febbraio indagati. Ma che davanti alle sei telecamere, alle «cimici» piazzate ovunque e al telefono non avrebbero commesso un passo falso. Nessun contatto fra loro, nemmeno e-mail. Nessun errore. Tanto da far pensare a unorganizzazione di professionisti, magari in contatto con una rete internazionale di pedofili, in grado di far scomparire foto e filmati compromettenti alla velocità della luce. I carabinieri non hanno trovato un solo spezzone, una sola foto con i bambini. La parola, ora, al Tribunale della Libertà che dovrà decidere se accogliere o rigettare la richiesta di scarcerazione.
Intanto da oggi e per una settimana, a Rignano Flaminio si insedierà una task force di una dozzina di esperti (psicologi, sociologi, pedagogisti) messi a disposizione da Regione, Provincia ed Asl, che avrà il compito di presentare proposte da sottoporre al tavolo interistituzionale, convocato per il 15 maggio sempre in comune. Obiettivo, aiutare gli adulti coinvolti nella vicenda.
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