Milano avrà la sua Città del gusto e della salute. Una sorta di «hub dellagroalimentare della qualità», spiega soddisfatto il presidente di Sogemi, che sorgerà sullex area carni dei Mercati generali di via Lombroso. Chilometri di capannoni fatiscenti in cui si annidano degrado e traffici illeciti. «Solo per la pulizia - ricorda Predolin - spendiamo 800-900mila euro allanno». Lì dovranno ora sorgere opportunità per università, ricerca, sistema commerciale e operatori stranieri. Oltre alla nuova Borsa telematica agroalimentare, uno dei progetti di punta nella candidatura di Milano allExpo 2015. «Valorizzando lex area carni - spiega Paolo Bianco della Lista Moratti - vogliamo creare un polo deccellenza dellagroalimentare. Con servizi complementari come il mercato dei prodotti tipici milanesi e lombardi e un centro per la preparazione di alimenti con tecnologie innovative in grado di offrire pasti di alta qualità igienico-sanitaria e nutrizionale rivolti al consumo scolastico e alla ristorazione». Come le spremute fresche di frutta esotica che verrebbe importata per essere spremuta in loco e distribuita immediatamente salvandone tutte le proprietà nutritive. Ma qui ci sarà anche la sede per la distribuzione dei prodotti musulmani e un centro universitario legato allagroalimentare e alla formazione frequentato anche da studenti stranieri. Oltre ad alberghi e ristoranti.
Ieri lapprovazione in consiglio comunale dopo tre sedute di dibattito e il voto contrario del centrosinistra. Il distretto del buon cibo nascerà su 132mila metri quadrati. Serviranno 138 milioni di euro per lo smantellamento delle strutture fatiscenti e il recupero dellarea che con tre anni di lavori e apertura nel 2011 si rivaluterà di almeno 19 milioni di euro. Costruzione affidata a una nuova società di capitali, la Sogemi Food, inizialmente interamente nelle mani di Sogemi (di cui il Comune è azionista di maggioranza). Per il sindaco Letizia Moratti, oltre a unopportunità per Milano, uno degli assi da giocare per vincere lEsposizione universale del 2015. «Questo progetto serve soltanto come immagine nella partita dellExpo - la dura replica di Basilio Rizzo (Lista Fo) - e per come è formulato è un non-progetto visto che oltre a non avere le risorse necessarie ha mancato loccasione perché una struttura pubblica potesse favorire lincontro tra produttori locali e consumatori prossimi e invece sembra spianare la strada a operazioni finanziarie». Accuse respinte.
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