(...) imprenditori siciliani, poi condannati per mafia, avessero partecipato alla costruzione di Milano 2 e che il tramite tra Berlusconi e i due fosse stato DellUtri. Peccato che le sue dichiarazioni vennero considerate «non connotate dai requisiti di specificità, utilità e rilevanza, emerge anzi una notevole contraddittorietà su tutti i profili della vicenda» dalla Corte dAppello di Palermo. Oggi viene considerato personaggio di spessore culturale per aver scritto a quattro mani con Francesco La Licata il volume «Don Vito» ma il figlio dellex sindaco di Palermo, che il 10 marzo 2007 venne condannato in primo grado a 5 anni e 8 mesi di reclusione (poi ridotti in appello a 3 anni e 4 mesi) per riciclaggio sulla gestione del patrimonio illecitamente accumulato dal padre, è anche iscritto nel registro degli indagati per concorso in associazione mafiosa.
Un personaggio discusso che il centrodestra di Ortonovo e della provincia della Spezia non vogliono come ospite istituzionale: «Vadano in un circolo o in sedi di partito ma non utilizzino la sala del consiglio comunale per presentare il libro di un personaggio dubbio - attacca il coordinatore provinciale del Popolo della Libertà Raul Giampedrone -. Se questo è il modo di spendere le risorse del comparto cultura ben vengano i tagli del Governo».
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