«Oscar ambrosiani» per premiare il cinema indipendente

Da quest’anno, Milano diventa una piccola Hollywood. Merito del MIFF-Film Festival Internazionale di Milano che, giunto alla sua nona edizione, si trasforma in MIFF Awards, invenzione tutta «Made in Milan». Nome non casuale perché proprio come gli Oscar Americani, anche il capoluogo lombardo adotta, per questo importante festival di cinema indipendente, paragonabile, come spirito, al prestigioso Sundance, criteri e candidature tipiche dell’Academy unite ai meccanismi propri di un film festival. Le pellicole in concorso, infatti, che si contenderanno le prestigiose statue del Cavallo di Leonardo, già ribattezzate come gli «Oscar ambrosiani», sono delle anteprime, essendo state nominate senza aver avuto l’obbligo dell’uscita in sala. Particolare non indifferente perché, in caso di sconfitta, le stesse potranno partecipare ad altri concorsi. «La mia volontà è stata quella di dare maggior visibilità ai film-maker -ha spiegato Andrea Galante, direttore artistico e fondatore del MIFF-. Lo scopo è quello di aiutarli nella distribuzione internazionale e l’augurio è che i film candidati riescano poi ad ottenere un buon consenso nelle sale». Del resto, la rosa delle «Nominations» offre nomi di assoluta qualità. Tra i candidati, ad esempio, figurano Renèe Zellweger e Melissa Leo mentre per la Fotografia compare il nome di Marco Pontecorvo, figlio di Gillo. Per non parlare dei film nei quali spiccano «Lymelife» (prodotto da Martin Scorsese), «Playground» (in prima mondiale, prodotto da George Clooney e Steven Soderbergh), il documentario «Crude» sostenuto da Sting e il milanese «Allegro Moderato». In palio, i premi classici tipici di questi festival come Miglior Film, Regia, Recitazione Maschile e Femminile, Sceneggiatura, Cinematografia, Montaggio, cui si affiancano le sezioni de «Il cinema alla Moda» e «In buona compagnia», oltre ai Documentari, ai Cortometraggi e a quel «Gran Premio del Pubblico» nel quale saranno proprio gli spettatori ad indicare, tra le varie pellicole vincitrici, quella preferita. La serata di premiazione avverrà il 12 e dal 13, tutte le pellicole vincitrici del Cavallo di Leonardo, saranno proiettate, fino al 19, al cinema Arcobaleno, autentico tempio del cinema indipendente milanese; il tutto, con una appendice, l’11, dedicata ai cortometraggi.
Ma già da stasera, alle 20.30, il MIFF Awards viene bagnato dall’opening night consacrata alla proiezione, in anteprima mondiale, dell’atteso Feisbum, il film a episodi (otto), girato da giovani registi, che racconta come si vive e, soprattutto, si convive, dopo la nascita del famoso Facebook, il network mondiale che ha rivoluzionato il contatto tra le persone.

Questo istant movie racconta, attraverso otto storie differenti, nella tradizione della commedia all’italiana, avventure e disavventure di chi è entrato in contatto con il social network: chat, amori, truffe, rapporti familiari, mascheramenti. Non è una scelta casuale, visto lo spirito indipendente dell’opera, come conferma il direttore Andrea Galante. «E’ un film italiano e comunque un’idea geniale».

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