Bambini in primo piano. Passo avanti nell'umanizzazione dei reparti pediatrici. Circa 20 ospedali della Lombardia hanno aderito al percorso di valutazione della Società italiana di pediatria (SIP) e della Fondazione ABIO Italia Onlus, al termine del quale potranno ottenere la certificazione di «Ospedale all'altezza dei bambini», con standard specifici uguali per tutti, misurabili, trasparenti .L'obiettivo di questo progetto è di raggiungere, dopo la Lombardia, numerose altre realtà del territorio nazionale, mediante il coinvolgimento delle istituzioni e delle direzioni ospedaliere.
Nei prossimi mesi un gruppo di valutatori indipendenti (formati da Joint Commission International) esaminerà i reparti pediatrici degli ospedali che hanno scelto di aderire al percorso, valutandone la corrispondenza con la Carta dei diritti dei bambini e degli adolescenti in ospedale.
I 10 punti della Carta sono stati divisi in 4 aree: accoglienza e supporto; diritti dei bambini, degli adolescenti, dei familiari e informazioni; continuità delle cure e integrazione, specificità delle cure. Alla realizzazione di questo progetto ha partecipato attivamente Alberto Podestà, responsabile del dipartimento materno infantile dell'ospedale San Carlo Borromeo di Milano. Struttura complessa che comprende pediatria.  neonatologia e  chirurgia pediatrica. «Ancora oggi - afferma Podesta - il 30-40% dei bambini tra 10 e 14 anni è ricoverato in reparti non pediatrici. Percentuale che, secondo dati del ministero della salute, sale all'87,8% nella fascia di età tra i 14 e 18 anni. Circa un terzo  degli ospedali con strutture pediatriche è privo di guardia attiva  specialistica  24 ore su 24. Se un bimbo presenta di notte dei problemi è assistito dai medici dell' adulto. Inoltre sono ancora insufficienti i posto di terapia intensiva pediatrica.  La Società scientifica dei pediatri in accordo con le regioni si propone  con questo progetto l'umanizzazione dell'assistenza e della cura in tutti gli ospedali e non solo nei Centri di eccellenza, come già avviene in altri Paesi, come Olanda, Germania e  Stati Uniti». Lo stesso ospedale San Carlo Borromeo di Milano, che  disporrà  camere singole tutte con bagno, con spazi  per i familiari, in attesa della certificazione sta sviluppando i propri servizi specialistici ed ha in progetto di aumentare le camere dove sia  possibile garantire una assistenza subintensiva pediatrica. Si sta inoltre concludendo  il percorso di formazione per i certificatori, per avere entro novembre almeno le prime sei certificazioni equamente distribuiti nelle varie regioni.
«Per ottenere la certificazione curare non basta. È necessario - precisa Podesta - prendersi cura di un bambino o di un adolescente che affronta l'ambiente sconosciuto, la malattia, il distacco dai propri punti di riferimento. L'ambiente ospedaliero deve essere alla loro altezza, nel rispetto dei diritti, tenendo conto dei bisogni affettivi, emotivi, culturali». Il reparto che accetterà l'adesione alla Carta e il miglioramento dei propri standard potrà garantire il superamento del  trauma legato alla malattia.  La strada per rendere più umani i reparti pediatrici è ancora lunga. Dopo 30 anni di sensibilizzazioni esistono  situazioni di arretratezza inaccettabili.
Un ospedale «certificato»
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