«Ospitavano irregolari» Una famiglia rom espulsa da Triboniano

Blitz della polizia locale: una dozzina di adulti e 5 minori sorpresi tra le roulotte. De Corato: «Fuori chi viola il Patto di legalità»

Si sa che Milano offre solidarietà ma pretende il rispetto degli impegni. E chi sgarra? Be’, si mette automaticamente fuori dalle regole. Loro, i 522 rom ospitati nel campo di via Triboniano lo sanno, anzi l’hanno perfino sottoscritto nel Patto di socialità e legalità. Quello che, spesso e volentieri, la Lega sbeffeggia mentre all’ombra della Madonnina non si riesce più a tenere il conto di quell’esercito di disperati e abusivi che continua a reclamare solo diritti.
Ieri, Palazzo Marino ha quindi mostrato sul campo, ai rom, che esistono anche i doveri. Un blitz della polizia municipale alle spalle del cimitero Maggiore, nell’area numero 3 del campo nomadi, ha infatti portato alla scoperta di un miniaccampamento abusivo. Dormivano su materassi, buttati lì tra una roulotte e l’altra e i più fortunati avevano persino trovato ospitalità in una roulotte: presenza di troppo di una dozzina di adulti e cinque minori che, immediatamente. Sono stati allontanati.
Sbattuti fuori dal campo di via Triboniano - che il Comune ha rimesso in ordine, riportandovi la legalità - insieme anche la famiglia romena che, nei giorni scorsi, aveva ceduto parte della propria roulotte ai nuovi ospiti. «Messaggio chiaro: nessuno può ospitare negli spazi abitativi parenti e conoscenti senza aver prima concordato con gli operatori sociali le condizioni di un’eventuale permanenza», annota Riccardo De Corato. Per il vicesindaco di Milano «il rispetto del patto in ogni sua parte è condizione indispensabile affinché si attui quel progetto di solidarietà e accoglienza nella legalità e nella sicurezza che il Comune di Milano ha voluto attuare a Triboniano».
Come dire: «Chi non sta alle regole è fuori. E per questo motivo, dopo l’operazione di ieri, i controlli continueranno affinché sia chiaro a tutti che non tollereremo alcuna deroga o zona franca» spiega l’assessore alle Politiche sociali, Mariolina Moioli, che insieme a De Corato firma quel provvedimento che «dà attuazione a quanto stabilito nel patto in caso di violazione delle regole, con tanto di revoca dell’assegnazione della roulotte (svuotata dagli effetti personali è stata portata al deposito della protezione civile di via Barzaghi, ndr) e espulsione della famiglia assegnataria».
Virgolettati di chi ha denunciato l’emergenza rom su Milano già dal 20 settembre 2006: quasi un anno dopo «dal governo Prodi non si è avuto alcun segnale». «Non ci sono stati interventi di alcun genere per limitare l’afflusso di rom dalla Romania e è mancato un coordinamento nazionale» segnala De Corato.

Ma l’accusa al governo di «aver scaricato sugli Enti locali responsabilità che erano in capo all’esecutivo» viene sostenuta pure dall’assessore regionale alla Sicurezza, Massimo Ponzoni, che definisce «inaccettabile l’inadeguatezza di Prodi» che «in dodici mesi non ha saputo affrontare l’emergenza rispetto a questo problema» e, anzi, «tenta di far diventare l’Italia un campo sosta permanente». Anche Milano non può diventarlo e per questo il Comune fa valere le regole della convivenza civile.

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