Ossigeno-terapia: il Tar bacchetta le Asl

Ignorata la decisione dei giudici di bloccare il servizio assegnato senza gara d’appalto

Quando si tratta di lavori pubblici e soprattutto di cospicue somme di denaro l’affidamento di certe mansioni senza l’espletamento delle opportune procedure di gara può essere considerato più che una leggerezza. Un reato. E infatti come reato, amministrativo s’intende, è stato impugnato dinanzi al Tar del Lazio chiedendo l’immediata sospensione del servizio di ossigeno-terapia domiciliare. Tempi permettendo, la giustizia ha fatto il suo corso, emettendo una decisione di sospensiva che avrebbe dovuto interrompere l’appalto. Avrebbe dovuto appunto, ma non è stato così. Già perché per entrare nel dettaglio della vicenda è importante precisare che stiamo parlando di un servizio che è stato sempre svolto da ditte abilitate, specializzate nel settore attraverso il canale farmaceutico e che hanno ricevuto il mandato per aver vinto una gara d’appalto promosso dalle aziende sanitarie locali. Alcune Asl, però, ultimamente e senza apparente motivazione, hanno voluto scavalcare la procedura ordinaria e lasciare che l’ossigeno-terapia domiciliare venisse assunto, con nomina diretta e senza alcuna selezione, da un’unica azienda.
Così nella Asl Roma H, nella Roma G, nell’Asl di Viterbo e Frosinone, dove i direttori generali stanno continuando a mantenere in piedi l’appalto. Tutto questo malgrado il Tar, invocato da alcune ditte, che si è pronunciato contro tale comportamento, chiedendo di annullare l’affidamento. Le aziende sanitarie avrebbero dovuto organizzare subito un nuovo capitolato di gara, ma non l’hanno fatto. E la questione è rimasta identica a prima. Altrettanto per la Asl Roma H dove, dopo la sospensiva, è arrivata anche la sentenza che avrebbe di fatto interrotto il contratto. Tutti condizionali d’obbligo: il manager Luciano Mingiacchi infatti ha lasciato l’ossigeno-terapia a chi se ne occupava ignorando le disposizioni.
Piero Marrazzo è stato informato della vicenda da un’interrogazione del vicepresidente del Consiglio regionale Bruno Prestagiovanni (An). Ma non ha fatto niente per risolvere la questione. «La giunta Marrazzo per la Rm/H deve assumere provvedimenti appropriati, come revocare immediatamente e senza indugio le deliberazioni del manager - chiede Prestagiovanni -. Una vicenda del genere ha pesanti ricadute su alcune piccole e medie imprese del Lazio e potrebbe averne anche sul bilancio regionale, considerato che le aziende estromesse hanno chiesto di costituirsi nel giudizio penale per il risarcimento danni. E questo perché le difficoltà incontrate hanno costretto alcune società a ridimensionarsi con il taglio dei posti di lavoro».

«Ha dell’incredibile - conclude il consigliere - che l’esecutivo permetta che all’interno delle Asl si faccia il bello e cattivo tempo, omettendo controlli che la giustizia amministrativa ha rilevato in maniera puntuale».

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