Ostia, autisti dei bus in balìa dei balordi

Ancora due aggressioni contro i conducenti dello 01 notturno

Autobus danneggiati, autisti aggrediti. Si ripete il dramma sullo «01» la linea che collega l’estrema periferia di Ostia alla stazione centrale. Domenica sera intorno alla mezzanotte il primo episodio. Due auto si accostano al pullman in servizio intorno alle 23,45 e lanciano pietre contro il lunotto anteriore e posteriore. Poi i vandali di turno si dileguano. Ieri mattina all’alba l’ennesima aggressione a due conducenti, W. G. di 50 anni e F. S., di 45, picchiati e finiti al pronto soccorso rispettivamente con 5 e 7 giorni di prognosi. La loro colpa? Avere fatto perdere la coincidenza con il trenino per Roma a due pendolari infuriati. «Una situazione insostenibile - denuncia Daniele Leo, sindacalista Sult, Sindacato unitario lavoratori del settore trasporti - già nei mesi scorsi il caso dello 01 era finito sulle cronache nazionali per i continui attacchi al personale ormai terrorizzato. Allora vennero fatte tante promesse per la messa in sicurezza della linea: solo parole, le ennesime». W. G. e F. S., feriti, rientrano al deposito di Dragona. Anche gli altri tre colleghi si rifiutano di prendere servizio: «Non ci sono le condizioni per potere lavorare con tranquillità», dicono e incrociano le braccia. Mentre lungo il percorso di una manciata di chilometri che da corso Duca di Genova si snoda fino al cuore della Nuova Ostia, a piazza Gasparri, e all’Idroscalo, per tutta la mattina centinaia di persone attendono invano il bus. Per il sindaco Walter Veltroni «occorre fare seguire i mezzi presi di mira da pattuglie di guardie giurate private», per il presidente del parlamentino locale, Davide Bordoni, «bisogna che venga approvato e finanziato il progetto di videosorveglianza sulle vetture presentato prima dell’estate dal XIII Municipio in via sperimentale». Da quasi due anni la tratta coperta dallo 01 è stata ceduta in subappalto dalla Trambus alla ditta privata Cialone-Sita. «Avevamo chiesto nuovi mezzi con la cabina dell’autista separata dai vetri dal pubblico - spiega Renzo Coppini del Sult - invece sono arrivati in comodato d’uso pullman ancora meno protetti dei precedenti». Una linea «calda» quella che corre fino ai palazzoni Armellini occupati dagli sfollati romani a partire dagli anni ’70 e alle baracche alla foce del Tevere. Senza pace. Fin dall’inizio qui i residenti ottennero a suon di botte frequenze maggiori e nuovi bus. Preda preferita di gang di ragazzini e ragazzine terribili, sullo 01 negli anni della prima immigrazione noverano le aggressioni razziste a una donna somala incinta, a un tunisino assalito e picchiato da un «branco selvaggio».

Al capolinea gli autisti preferiscono ripartire subito. «I passeggeri salgono armati di coltelli, qualcuno ha persino impugnato la pistola - raccontano alcuni operatori a dir poco spaventati -. C’è chi sale con il pit-bull. Noi siamo in completa balia di questi balordi».

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