Stefania Antonetti
Collezioni di fossili, minerali, statuine del presepe, monete e oggetti dell'artigianato locale del ferro, del vetro e della ceramica tornano nel museo civico «Andrea Tubino» di Masone, dopo un delicato intervento di restauro. Un museo nuovo di zecca dunque per la Valle Stura che ha previsto la riapertura entro l'estate nell'ex convento degli Agostiniani. Totalmente rinnovato nelle strutture e nell'aspetto, il «Museo del Ferro» torna ad accogliere uno spaccato della civiltà contadina dell'entroterra ligure, presentando resti della lavorazione preindustriale del ferro, del vetro e della carta delle Valli Stura e Orba.
«L'operazione di restauro finanziata in collaborazione tra comune di Masone, Fondazione Carige e Provincia di Genova - spiega Piero Ottonello, responsabile amministrativo del museo - ha consentito un decisivo salto di qualità nell'utilizzo dello storico palazzo, sia da un punto di vista strettamente museale, sia come polo culturale aperto a iniziative di diverso genere. Una svolta resa possibile dal miglioramento degli accessi, dall'eliminazione delle barriere architettoniche e dal rifacimento degli impianti di servizio. Esigenze diventate urgenti visto il sensibile aumento dei visitatori: in media circa 5mila ogni anno». Unico nel suo genere in Italia, il museo torna a esporre infatti migliaia di reperti (conservati in uno spazio di oltre 900 metri quadrati) e persino una rara raccolta di statuine presepiali di scuola genovese e napoletana. Grandi incudini, chiodi e oggetti di ogni foggia si susseguono oggi lungo le sale che conservano ancora le caratteristiche che appartenevano al convento come i forni e la cappella, elementi tradizionali per rievocare storie di fatica e di lavoro. Altri spazi sono stati allestiti per ospitare macchinari e reperti preindustriali, e ricostruiti a grandezza naturale, ambienti di lavoro come la bottega del ciabattino e la fucina dei chiodi. Un'ala dell'ex convento è poi dedicata ai cocci, alle armi e ad alcuni reperti che provengono direttamente dal sottosuolo, illustrati da didascalie che «introducono» la storia del territorio e della gente che vi abitava. I tre piani dell'antico palazzo ospitano biblioteche, sale conferenze e mostre permanenti dedicate alle storie contadine della Valle Stura come ad esempio «Storia dell'illuminazione» che presenta una rassegna di oggetti che vanno dai lumini preistorici alle prime lampadine elettriche dell'ottocento.
Il museo «Andrea Tubino», mira dunque a diventare uno spazio culturale e turistico importante per l'intera Valle Stura, grazie anche a questo primo intervento di ristrutturazione, reso possibile dalla donazione (nel 1997) del marchese Cattaneo Adorno al comune di Masone. L'ente pubblico ha così potuto progettare e mettere in cantiere gli interventi di manutenzione e recupero necessari dell'immobile.
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