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Ovaio Ricercatori italiani scoprono una molecola per diagnosi precoci

Sull’ultimo numero della rivista medica Lancet Oncology, un articolo, on line, frutto di uno studio di ricercatori italiani, dimostra come la misura di alcune piccole molecole di RNA permetta di stabilire quali siano le pazienti con carcinoma dell’ovaio in stadio 1 che guariranno e quelle che presenteranno una recidiva del tumore e avranno quindi una sopravvivenza ridotta a causa della malattia.
Lo studio, che è stato eseguito in 144 pazienti con un’osservazione di nove anni dalla diagnosi, è stato coordinato ed effettuato nei laboratori del dipartimento di oncologia dell’Istituto Mario Negri, diretti da Maurizio D’Incalci e si è avvalso di una collaborazione con i reparti di oncologia ginecologica dell’Ospedale San Gerardo di Monza – università Milano Bicocca e dell’Ospedale Sant’Anna di Torino, università di Torino. Lo studio dimostra che esiste quello che i ricercatori chiamano firma molecolare, che definisce la prognosi, cioè la sopravvivenza delle pazienti.
Il tumore alle ovaie ogni anno, in Italia, colpisce circa 5mila donne. Solo nel 25 per cento dei casi il tumore ovarico viene diagnosticato in una fase precoce, quando - con un intervento chirurgico corretto - le possibilità di guarigione sono intorno all’80-90 per cento.

ll restante 75 per cento delle pazienti scopre il tumore in stadio già avanzato, quando ha intaccato anche altri organi dell'addome. Di queste pazienti, solo il 30-40 per cento guarisce, mentre il 60% può solo sperare di trasformare il tumore in una malattia cronica con cui convivere per alcuni anni.

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