Ozpetek: "Saturno contro" è l’incubo della separazione

Il regista turco parla del suo film, in uscita venerdì, imperniato sulle unioni di fatto omosessuali

Ozpetek: "Saturno contro" è l’incubo della separazione

Roma - Preparate i fazzoletti. Perché anche se non tutti, ovviamente, s'identificheranno nella storia d'amore omosessuale tra i due protagonisti di Saturno contro, quando il regista Ferzan Ozpetek risolverà il loro rapporto con l'arrivo d'una morte improvvisa, allora sì che gli occhi si gonfieranno. Melodramma della separazione, Saturno contro contiene poi una bellissima sequenza onirica, affidata allo sguardo di un'inedita Ambra Angiolini e alla voce struggente di Gabriella Ferri, in cui si compie il sogno di tutti di rivedere almeno per l'ultima volta il proprio caro.
Si parla d'amore e anche di morte nel film del regista turco, ma italiano d'adozione, che arriverà in più di 400 sale venerdì con Medusa a tentare di raggiungere i successi dei precedenti La finestra di fronte e Le fate ignoranti. Ozpetek, dopo la sfortunata deriva mistica di Cuore sacro, sembra ripartire proprio da quest'ultimo titolo, tanto che ha rivoluto Stefano Accorsi e Margherita Buy per inserirli, marito e moglie, in una vicenda corale che, dice, «racconta uno degli aspetti che più m'importano al mondo: l'amicizia. È la storia di un gruppo di persone che si sono scelte come amiche e che hanno formato una famiglia».
Tutto ruota attorno alla casa di Davide (Pierfrancesco Favino), scrittore omosessuale che convive con Lorenzo (Luca Argentero). Intorno a loro ci sono Sergio (Ennio Fantastichini), la traduttrice turca Neval (Serra Yilmaz, «simultaneista» nel recente viaggio del Papa in Turchia), la giovane collega di Lorenzo (Ambra Angiolini) che si droga moderatamente perché, ammette, «mica posso smettere tutto, c'ho anche Saturno contro». Nel cast anche Milena Vukotic, Isabella Ferrari, Filippo Timi, Lunetta Savino e Luigi Diberti.
Ozpetek con il suo classico stile, levigato e ovattato, racconta una realtà, quella delle unioni di fatto tra persone dello stesso sesso, all'ordine del giorno della cronaca politica. «Con queste coincidenze - dichiara il regista - comincio a credere nei segni. Anche se noi volevamo raccontare i sentimenti di un gruppo di persone senza andare nel sociale. Sono ossessionato dalla separazione tanto che quando vado a comprare il caffè al supermercato se sullo scaffale sono rimasti solo tre barattoli, o ne compro uno o tutti e tre. Non voglio che ne resti uno da solo».
Ricercatissimo nella messa in scena ma anche nella felice combinazione, un po' almodovariana, d'immagini e musiche (la colonna sonora è affidata a Neffa), Saturno contro è una sorta di manifesto utopistico in cui il regista riesce a costruire un microcosmo esistenziale di armonia e serenità. «È vero che sono personaggi molto buoni - ammette - ma è questo il mondo che io conosco e che fa parte della mia vita». Tanto da aver girato gran parte del film proprio nella cucina del suo appartamento all'Ostiense. «Un po' per pigrizia», dice, anche se è innegabile che la storia, scritta con Gianni Romoli, abbia aspetti biografici e molto personali (la dedica è all'amico Flavio Merkel).

Così, visto che nel film la politica è volutamente tenuta fuori, la domanda sui Dico è inevitabile e la risposta di Ozpetek chiara: «Mi sembra un disegno di legge ottimo, scritto guarda caso da due donne. Io però non credo né all'omosessualità, né all'eterosessualità, ma unicamente alle persone».

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