di Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica
Ecco le nuove carte sull’inchiesta P4. Il 21 giugno i pm napoletani Curcio e Woodcock mettono a confronto l’onorevole Marco Milanese (non ancora indagato) e il generale Michele Adinolfi, capo di Stato maggiore della Gdf. Il faccia a faccia verte su una dichiarazione di Milanese, che ha riferito ai magistrati di aver saputo durante una cena dal direttore Adnkronos, Pippo Marra, che Adinolfi aveva incaricato quest’ultimo di riferire a Bisignani che c’era un’indagine su di lui. Comincia il pm: «Milanese dovrebbe un po’ ripetere (...) quello che ci ha detto il 17 maggio 2011 a proposito della cena da Pippo Marra».
DALLA GELMINI A MARRA
Milanese: «Ci fu questa cena da Pippo Marra eravamo dove c’è la sede dell’AdnKronos (...) la moglie di Pippo non c’era perché aveva i due figli che stavano poco bene (...) nel corso della discussione (...) mi ha detto che c'era questa cosa (...) che Bisignani, cose, eh, e che quindi lei aveva mandato Marra, visto che io non lo conosco, ho mandato Pippo Marra a dirglielo». Adinolfi: «Questo verso settembre, ottobre». M: «Io non ricordo quando questo è avvenuto». Pm: «Comunque 2010?». M: «Sicuramente 2010 (...) voi avete detto che non era possibile prima dell’estate». Pm: «Perché non c’era l’indagine». A: «Io ricordo perfettamente la cena a casa di Pippo Marra, che è il mio migliore amico (...) come ricordo quando è avvenuta, ma per un fatto molto particolare, che il bambino stava male (...) perché la mattina o il giorno prima io ero andato a trovarlo (...) però c’è un piccolo particolare che la cena c’è stata nel dicembre del 2009, cioè proprio in epoca ben distante da tutte le indagini... va bene?». M: «Dicembre 2009?». A: «Perché dicembre 2009 immediatamente dopo lei, onorevole Milanese, è partito per l’America, va bene? E in quella cena parlaste dell’America (...) quindi io la cena me la ricordo perfettamente, per me basta così e non vado oltre». Pm: «(Milanese) che cosa dice su questa cosa (...) Perché se fosse dicembre 2009 le indagini ancora non ci stavano». M: «No, aspetti, scusi, dottore (...) a seguito di tutta una serie di cose io non è che sia nel pieno, voglio dire, delle mie...». A: «Milanese, tengo a precisare che noi non ci vediamo e non ci sentiamo da otto, nove mesi (...) L’ultima cena che c’è stata a casa mia con il Milan nel settembre dell’anno scorso, poi non ci siamo più visti (...) Lazio-Milan». M: «Non mi ricordo se ci stava una partita o meno». A: «Me lo ricordo io perché me le ricordo le partite, settembre 2010 è stata l’ultima volta che noi ci siamo incontrati a casa mia (...) Poi c’è stato il black-out e sappiamo il perché, va bene?». Pm: «Qual è il perché?». A: «Perché purtroppo Milanese mi addebita sia le sue vicissitudini penali e sia le sue vicissitudini mediatiche, Sannino, io sarei l’ispiratore addirittura degli articoli!». M: «Questo non c’entra proprio niente (...) Qui però c’è un piccolo problema (...) mi ha detto che io non conosco Bisignani... queste parole non è che me le sono inventate io, non conosco Bisignani e ho mandato Pippo Marra da Bisignani...». A: «Io volevo sapere se Milanese ricorda (...) settembre, Lazio-Milan a casa mia, presente Galliani e il suo staff, come da tradizione, va bene, che era presente l’Onorevole Milanese e signori, una trentina di persone, va bene? L'ultima volta, da ottobre black-out completo, qua parliamo di una cena a casa del mio amico Pippo Marra un anno prima, cioè ma che cos’è questa roba?!». M: «(...) allora perché mi doveva parlare, se non c’era l’indagine di Bisignani che me la sono inventata io questa? (...). Ma è sicuramente l’anno scorso, non può essere di due anni fa». A: «Nel 2009 a cena abbiamo parlato pure del viaggio in America! (...) Lo ricordo io e chiudiamo qua, non intendo andare oltre... voglio sapere quando il bambino si è operato». M: «Ma, chiedo scusa, non era il suo compleanno che sono venuto a cena che c’era... che è venuta anche la Gelmini?». A: «La cena con la Gelmini era settembre dell’anno scorso, la cena del Milan (...) Io gli anni, Onorevole, li faccio a dicembre, noi, Milanese, non ci sentiamo da ottobre, novembre». M: «I miei problemi iniziano il 15 dicembre». A: «Il 15 dicembre sono iniziati i problemi con la Sannino». M: «Per me. sì, sì». A: «Pure con me, caro onorevole Milanese (...) l’ispiratore della Sannino chi è stato, eh?». M: «A me interessa poco chi è l’ispiratore della Sannino». A: «Che non ci siano più buoni rapporti tra il Comando Generale e il Gabinetto non le interessa?». M: «È colpa sua». A: «Eh, no».
LA VERSIONE DI MILANESE
Milanese, una settimana prima, era stato sentito nuovamente ai verbale. Sulla fuga di notizie spiega: «L'appartamento dove abbiamo cenato è quello dell’AdnKronos a Roma, all'ultimo piano. Adinolfi, come già detto, riguardo a Bisignani mi disse che ce “l'hanno sotto“ e che gli stanno addosso, e che siccome non lo conosceva il Bisignani, gli aveva mandato Pippo Marra ad avvertirlo e di stare attento. Mi meraviglia che Adinolfi non conoscesse Bisignani, considerata la mole di amicizie, e pensai che lui volesse accreditare Marra da Bisignani in modo da trarne qualche vantaggio per l’agenzie del Marra considerato che Bisignani è molto influente. E comunque credo che fosse anche un messaggio di Adinolfi che arrivava al Bisignani per il tramite di Marra». A questo punto, a sorpresa, i pm chiedono dei rapporti fra Marra, Adinolfi e l'impresario televisivo Bibi Ballandi.
BALLANDI E LA CLERICI
«So che Ballandi è molto amico di Adinolfi e cura tutte le manifestazioni della Gdf, in un'occasione venne anche Antonella Clerici e una volta Gianni Morandi. Marra e Adinolfi sono grandi amici (…). I rapporti tra Adinolfi e Letta sono molto stretti (...). L’anno scorso alla festa di compleanno di Adinolfi, quest’ultimo verso mezzanotte lo chiamò al telefono. C'era anche il ministro Gelmini col marito, c'era Galliani, Lasco, Stefano Grassi, l'avvocato Fischetti, il prof. Cognetti, Pagnozzi Lello, il Colaninno padre e altra gente».
ATTACCO A TREMONTI
I magistrati poi chiedono lumi a Milanese sulla presunta trama ordita ai danni del ministro dell’Economia: «Ho visto Tremonti qualche giorno fa e mi ha detto che ha avuto uno sfogo col premier Berlusconi perché aveva saputo che lui, il ministro, era seguito, o comunque negli ambienti politici si dice che stanno attuando il metodo Boffo anche nei suoi confronti, anche utilizzando le intercettazioni fatte nei mei confronti per le mie vicissitudini giudiziarie. E che quindi si utilizzi i miei problemi per contrastare l'ascesa politica del ministro Tremonti. Lui mi ha ribadito che ha riferito a Berlusconi che stanno cercando “cose“ per metterlo in difficoltà da un punto di vista politico. Ho capito che faceva riferimento anche alla Gdf e al generale Adinolfi come partecipanti a questo piano ordito nei suoi confronti. E che Berlusconi ha negato che ciò potesse essere vero e che nessuno stava ordendo nei suoi confronti. Il ministro è convinto che tutto questo sia vero e che tra le questioni ci sia anche la nomina del futuro comandante generale».
POLETTI & POLLARI
Tocca poi al generale Paolo Poletti, ex Gdf oggi ai servizi. Spiega i suoi rapporti con Papa al quale nel 2001 diede un alloggio nelle foresterie della finanza. Da allora divenne un rapporto di amicizia: «Confermo che fui io a presentargli il generale Pollari, al tempo vice segretario del Cesis. Sempre nel 2001-2001 mi capitava di vedere negli uffici di Pollari un signore che dopo ho appreso essere Pio Pompa; ritengo che il Papa abbia conosciuto anche il Pompa (…)». Sulla fuga di notizie, Poletti giura di non saperne niente. «Nell’autunno 2010 Papa mi chiamò e mi disse che aveva problemi giudiziari, non mi fece il nome dei magistrati che indagavano, gli dissi di stare tranquillo e di rivolgersi a un avvocato (…). Mi sono incontrato con Papa ogni tanto, nei pressi della Galleria Sordi, al riguardo vi dico che abbiamo sempre parlato di massimi sistemi, non gli ho mai dato notizie sulla mia funzione di vice direttore dell'Aisi». Poletti stigmatizza l’operato di chi (generale Bardi, ndr) riferisce al comando generale di indagini in corso. «Informare e comunicare alla gerarchia, durante l'espletamente di attività di indagine, l'espletamento di intercettazioni, i bersagli delle stesse, il nome degli indagati (…) non solo determina violazione del segreto istruttorio, ma non è previsto né conforme al dettato del cosiddetto regolamento di disciplina». E infine ancora su Papa: «Durante alcuni incontri ho potuto comprendere che nel Pdl lui è molto vicino alle posizioni di Cosentino e Cesaro. Non so dire tramite chi sia riuscito a farsi candidare nel 2008».
LA VERITA’ DI SPAZIANTE...
Al generale Spaziante vengono lette le dichiarazioni del generale Bardi che dice di essersi recato da lui in lacrime perché stava passando un brutto periodo e che aveva problemi giudiziari a Napoli con riferimento alla P4, chiedendo se era il caso di parlare coi pm della sua decisione di aver raccontato le vicende della P4 al comando generale: «Confermo di aver parlato con Milanese della visita che effettivamente mi aveva fatto il collega Bardi che era provato e che temeva un suo coinvolgimento nelle indagini. Non so se abbia parlato col comando generale, io posso solo dire che non riferisco nel dettaglio delle indagini fatte da personale da me dipendente al comando generale (...). Per quanto mi risulta il generale Adinolfi è molto legato e amico di Gianni Letta(…). Ho incontrato una sola volta Bisignani. Sul suo conto posso solo dire che mi risulta essere amico del dottor Letta». In relazione a quanto raccontato da Milanese («il generale Spaziante potrebbe riferirvi particolari su informazioni che l'Adinolfi avrebbe "passato" agli interessati in occasione di una verifica fatta dalla Gdf a un'importante società») Spaziante taglia corto: «E' possibile che abbia raccontato a Milanese che c'è una "voce" (...) secondo cui, durante una verifica, credo a Mediolanum, fu trovato un documento dal quale sembrerebbe che Mediolanum era stata preavvertita della verifica (…)».
...E QUELLA DI BARDI
Il generale Bardi (indagato) dice ai pm che Adinolfi era a conoscenza dell’inchiesta perché «ho periodicamente riferito al comandante della Gdf, Nino Di Paolo, in ordine alle risultanze investigative su Papa e Bisignani. In tali occasioni era presente Adinolfi (...)».
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