Il pacifista don Farinella: «Armiamoci»

(...) A bordo, pronti a sbarcare sabato a Genova per affermare i diritti - i loro diritti, ovviamente - sono i soliti noti: fra gli altri, Dario Fo, Sabina Guzzanti, Paolo Rossi, Lella Costa, Beppe Grillo, Carlo Verdone e Andrea Gallo, in testa a un equipaggio di trecento naviganti comunisti. È su questi che Farinella innesta il suo ragionamento - ragionamento? - da autentico pacifista in armi: «In Italia serve una rivoluzione - tuona dal pulpito di San Torpete - perché non è più tempo di tergiversare, ma dobbiamo decidere cosa deve essere della nostra vita, senza permettere che siano gli altri a farlo. Per questo auspico una rivoluzione sotto tutti i punti di vista. E se necessario, in casi estremi, anche ricorrendo alla forza».
Una bella lezione di pace, un forte incitamento alla tolleranza, non c’è che dire. Tanto più in coincidenza non solo con l’arrivo della Nave dei veleni, pardon: della Nave dei diritti, ma anche con l’anniversario dei fatti di Genova del 30 giugno 1960, su cui da tante parti - a sinistra - si stanno mobilitando le raccomandazioni a vivere la ricorrenza con le «armi in pugno».
Sono risuonate nei giorni scorsi, forti e chiare, ad esempio le parole del presidente della Provincia di Genova, Alessandro Repetto, cattolico, uomo solitamente mite, incline - per educazione e convinzione - al perdono più che alla vendetta, al porgere l’altra guancia piuttosto che a menare un’altro fendente. Eppure, eppure anche lui si è lasciato un po’ andare all’enfasi: «Mi chiedo perché non riusciamo a dare il senso di indignazione con una rivolta di popolo capace di far cadere un governo». E ancora: «Io che vengo dal mondo cattolico - è sbottato - so che anche la dottrina sociale della Chiesa, se la violenza porta giustizia, a volte la tollera». Che il signor Farinella, ieri, abbia voluto batterlo, come fosse una gara a chi la spara, letteralmente, più grossa?
Intanto si fa sentire a tono, e non poteva essere altrimenti, il Partito della Rifondazione Comunista. All’insegna del «Fuori i fascisti da Genova», il Circolo Bianchini del Prc lancia la «Festa per il 30 giugno 1960-30 giugno 2010», in programma per sabato in piazza Romagnosi. La scaletta prevede una kermesse di «politica, libri, dibattiti, gastronomia, giochi per bambini e musica», a partire dalle 17.

Garantito, al momento, l’intervento di Paolo Ferrero, segretario nazionale del partito, Giordano Bruschi, «partigiano, antifascista», Bruno Rossi, «ex portuale, partecipante ai fatti del 1960», Piero Acquilino, «studioso di Storia», e Riccardo Navone, «autore del libro “30 giugno 1960-La resistenza continua“». Chiusura in armonia (si fa per dire) con il concerto Reggae «I Jamila’s». Disarmati. O disarmanti?

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