Roma - Nessuna intenzione di mettere in liquidazione Alitalia. Nè di ridare la gestione della compagnia al Tesoro. "Il governo non farà un piano industriale", lo ha sottolineato il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa in Parlamento. "Non c’è nessuna intenzione di liquidare. Non ci sono i presupposti giuridici ed economici per farlo. Continuiamo a muoverci nell’ambito della vendita e cerchiamo di portarla a termine", ha affermato davanti alle commissioni Trasporti di Camera e Senato. E poi ha aggiunto: "La via del ritorno alla gestione non è la via da seguire".
Insomma, precisa il ministro, "sarà il Governo a fare il piano industriale» della compagnia di bandiera".
Vantaggi e svantaggi della trattativa privata Sia la trattativa privata che la procedura competitiva, ha spiegato il ministro, hanno vantaggi e svantaggi. "In una trattativa privata non bisogna dare ragione della scelta di un determinato interlocutore. Con la trattativa privata gli si permette di fare un abito su misura mentre la procedura competitiva è quella che abbiamo seguito finora", ha spiegato. La trattativa privata "ha il vantaggio dell’efficacia e la difficoltà della formalizzazione mentre l’asta competitiva ha il rischio di essere inefficace, perchè non permette di cucire l’abito su misura, ma ha il vantaggio di essere perfettamente oggettiva e rendicontabile", ha spiegato Padoa-Schioppa. Sulla base della considerazione di questi vantaggi e svantaggi, "dobbiamo ora ripensare l’alternativa da attuare e vedere come salvare il vantaggio della flessibilità e le caratteristiche dell’oggettività della procedura competitiva".
"Troppe condizioni, tra queste l'occupazione" "Forse sono state poste troppe condizioni nella gara" per la privatizzazione dell’Alitalia e tra queste "quella sull’occupazione".
Lo ha ammesso il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, in audizione ala Camera rispondendo alle domande dei parlamentari. "Andremo verso abbassamento ostacoli, cioè - ha spiegato - alcune condizioni saranno riviste". Padoa Schioppa sorpreso per il ritiro di Airone Il ministro si è detto sorpreso dal ritiro di Airone dall'acquisto della compagnia di bandiera: "C’era ragionevole attesa che si potesse vendere. Nei contatti informali non c’erano state indicazioni di richieste o condizioni dirimenti che noi non avessimo accettato e tali da giustificare il ripensamento al momento di firmare la lettera contratto. E’ stata una sorpresa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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