«Padoa Schioppa costretto a fare autocritica maoista»

Vegas contesta l’editoriale sul «Corriere» del ministro in pectore all’Economia

Gian Maria De Francesco

da Roma

Il fondo di Tommaso Padoa Schioppa pubblicato ieri dal Corriere della Sera è un tentativo del direttore del quotidiano, Paolo Mieli, di dettare l’agenda del futuro governo Prodi e imporre l’ex numero due della Bce come ministro dell’Economia addomesticando i Ds che già hanno rinunciato a guidare Montecitorio. Di questo il viceministro del Tesoro, Giuseppe Vegas, è profondamente convinto.
Senatore, lei ha definito l’editoriale «un penoso tentativo della velina Mieli di influenzare le scelte di Prodi».
«Prodi ha chiamato Padoa Schioppa come ministro dell’Economia. Poi è successo quello che è successo per la presidenza della Camera. I Ds vogliono quindi essere ripagati con ministeri di peso e questo significa che ambiscono al ministero dell’Economia. Mieli, a questo punto, intende ricandidare Padoa Schioppa a via XX settembre, ma per fare questo serve una specie di autocritica maoista, un passaggio nel quale il ministro in pectore si dichiara disponibile a subire le pressioni dell’estrema sinistra».
Secondo lei si sta mettendo in atto una sorta di meccanismo di condizionamento?
«Se Padoa Schioppa fosse veramente indipendente, dovrebbe mettere in atto politiche rigorose. Invece, basta guardare la prima pagina del Corriere di ieri e si nota l’apertura dedicata al governatore Draghi il quale ha affermato che “l’Italia può farcela” e a fianco l’editoriale dell’economista. Questo significa che il partito Mieli-Prodi sta cercando di trovare due autorevoli garanti per il proprio governo. È ripugnante che si usi il Corriere per fare operazioni politiche».
Quindi?
«Un bravo tecnico come Padoa Schioppa è stato obbligato - se l’avesse fatto spontaneamente sarebbe stato anche peggio - a scrivere che si può governare l’economia accontentando tutti. Le policy non possono essere un mix di ideologie altrimenti producono un risultato pari a zero. I mercati, gli investitori internazionali pretendono politiche orientate chiaramente e non a caso stiamo assistendo nuovamente a una fuga di capitali. O si sceglie la libertà di mercato o il regime».
Padoa Schioppa ha scritto: «Ciò che nella politica è plurimo rimane e deve rimanere senza imporre il ritorno agli elettori».
«Questo serve a tranquillizzare i Ds in modo che possano accettare di prendere un altro schiaffo. Se Padoa Schioppa agisse autonomamente, potrebbe prendere decisioni che potrebbero non essere condivise da tutta la coalizione. Se si presenta in base ai contenuti del suo editoriale, si presta a essere una marionetta».
Ma l’ex numero due della Bce ha spiegato che «è possibile il dialogo su singole questioni con l’opposizione».
«Il dialogo noi l’abbiamo offerto. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, si sta cercando di spostare tutte le questioni su un asse di estrema sinistra e credo che nessuno ci possa stare».


L’altro ieri il governatore Draghi ha accennato alla possibilità di rivedere al rialzo il pil del primo trimestre.
«Questo vuol dire che tutto quello che abbiamo fatto era ragionevole. Vuol dire che le politiche che abbiamo attuato erano giuste».

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