«Via Padova come Harlem: da qui riparte l’altra Milano»

«Via Padova è il punto più basso di Milano. Partiamo da qui con proposte concrete. E se altre città sono riuscite a riqualificare il territorio selezionando le attività commerciali, lo faremo anche noi». Quando Andrea Gibelli, parlamentare della Lega Nord, arriva all’inaugurazione della nuova sede del Carroccio in via Valtorta, a pochi passi da via Padova, i compagni di partito lo acclamano già come vicepresidente alla Regione Lombardia. Come se lo spoglio delle schede alle prossime regionali in realtà, fosse soltanto un proforma, la vittoria invece un dato acquisito, sin da ora. L’onorevole elenca le funzioni di questo nuovo presidio padano come avamposto della legalità, mentre le forze dell’ordine controllano i due ingressi alla strada. Nella notte, qualcuno ha già lasciato una scritta sui muri contro l’apertura di un’altra sezione dove i cittadini potranno venire a segnalare problemi e criticità e poi passa subito a spiegare il suo progetto. Che si chiama Harlem, proprio come il quartiere nero di New York, per anni uno dei più difficili di Manhattan e ora invece è stato completamente riqualificato. «Portiamo due proposte: una politica di lotta, con la nuova sede e l’altra pratica, con il progetto Harlem. Si tratta di proporre all’interno delle leggi della Regione Lombardia, un quadro normativo che consenta ai comuni di selezionare gli esercizi commerciali». Come a dire, le leggi ci sono già, basta recepirle a livello regionale. L’esempio è la Gran Bretagna, in Italia si tratterebbe di applicarlo per la prima volta e Milano farebbe da capofila. Il tutto facendo leva sul principio di sostenibilità ambientale e qualità della vita in deroga alla direttiva Bolkestein sulla libera circolazione dei servizi del mercato interno e sulla concorrenza. «Eviteremo di concentrare in un solo punto le stesse tipologie di attività», spiega Gibelli mentre da una parte all’altra di via Valtorta gli agenti delle forze dell’ordine presidiano i due ingressi. Ieri mattina, qualcuno ha lasciato una scritta sui muri della nuova sezione: «Fuori i razzisti dal quartiere». Qui vicino, a una fermata della metropolitana c’è il centro sociale di via dei Transiti, il T28. Poco più in là, un secondo in viale Sarca. «Vogliamo che questa non sia soltanto una sede di partito - spiega il capogruppo della Lega Nord, Matteo Salvini -, ma anche uno spazio aperto a tutti i cittadini della zona per parlare dei problemi. Aperta a tutti, anche alla Moratti». Il quartiere di via Padova, ripete Salvini, per troppo tempo è stato dimenticato. Adesso c’è un monitoraggio del territorio, 24 ore su 24. «Ma si vuole aspettare il morto. Se fossi il sindaco userei tremila vigili per fare meno multe e più controlli».
C’è anche il capodelegazione della Lega al Pirellone, Davide Boni al comizio di inaugurazione dia via Valtorta. «Non si può venire soltanto quando ci sono i problemi, bisogna prevenire. Quello che diciamo al Pdl è che si deve avere il coraggio di assumere azioni molto forti che in pratica vuol dire fare i controlli». Milano abita nelle periferie, qui c’è la gente che lavora.

Ma se non dai la possibilità di sanare alcune situazione di degrado e di illegalità, diventa difficilissimo gestire il territorio, continua Boni. «Expo è importante, ma non è la risoluzione di tutti i mali. Bisogna esserci sui problemi e prevenirli».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica