Sembra una maledizione, da giorni ormai i contadini si affacciano alle finestre e sono costretti a vedere lo stesso spettacolo deprimente e inquietante: migliaia di cavallette che divorano i loro raccolti, la loro terra, le loro vigne. Disperati lanciano un allarme, gli insetti sono migliaia e non se ne vogliono andare, affamati e voraci. Sono comparse allimprovviso nelle campagne padovane e si muovono velocemente masticando tutto ciò che trovano sulla loro strada distruggendo vigneti doc e cereali. In pericolo ci sono anche orti, frutteti e altre coltivazioni. A lanciare lallarme è Coldiretti sulla base delle segnalazioni ricevute da molte aziende agricole che sono state «aggredite» dallinvasione di cavallette della specie «Barbitistes Vicentinus» in provincia di Padova sui Colli Euganei. Ieri la Coldiretti ha eseguito un sopralluogo in alcune aziende agricole fra Torreglia e Teolo, sui Colli, per valutare l'entità dei danni e chiedere subito un intervento da parte della Provincia e del Parco Colli Euganei per arginare questa nuova invasione che mette a rischio interi raccolti.
Si tratta, sottolinea la Coldiretti, di uno degli effetti del cambiamenti climatici in atto che favoriscono tra laltro la diffusione rapida e incontrollata di insetti dannosi per lagricoltura. Le condizioni climatiche hanno infatti favorito uno sviluppo anomalo di questo insetto. Essendo polifaghe, se numerose, le cavallette possono danneggiare non solo le piante spontanee, ma anche il mais e la vite e i prodotti dellorto. «Il problema è serio, non si tratta di un semplice fastidio per ristoratori e albergatori o per turisti ed escursionisti ma - continua la Coldiretti - di una vera e propria emergenza per le colture dei Colli Euganei. In questi giorni di caldo umido le cavallette si sono moltiplicate a dismisura e sono affamate: con il loro micidiale apparato masticatore nel giro di pochi giorni sono in grado di divorare decine di ettari di coltivazioni». Al momento privilegiano le foglie dei vigneti con numerose varietà doc e di alta qualità, e le piante di mais nella fase critica di crescita. Dai boschi si stanno spostando velocemente, anche di qualche centinaio di metri al giorno, fermandosi tra i filari delle vigne e sui campi coltivati. Per fermare l`invasione non è sufficiente intervenire con i normali strumenti colturali a disposizione delle aziende agricole «ma - sostiene la Coldiretti - bisogna invece agire direttamente nei luoghi di diffusione e proliferazione, in particolare nei boschi dei Colli.
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