Padre Brown? È mantovano. E arresta i ladri di elemosine

Castel Goffredo (Mantova)Altro che preghiere. Per difendere gli oboli ci vuole un detective. Ecco allora spuntare in chiesa telecamere di ultima generazione e tranelli investigativi. Così la generosità dei fedeli è in una botte di ferro. Il parroco di Castel Goffredo don Antonio Mattioli e il suo vicario don Andrea Grandi la sanno ormai lunga in fatto di malviventi: nel giro di pochi giorni hanno incastrato due ladri di elemosine. Merito degli occhi elettronici che sorvegliano le navate di Sant’Erasmo. L’ultima telecamera è comparsa nella navata laterale, accanto alla cassetta delle offerte. Nascosta così bene da far cadere nella rete il malintenzionato di turno, un 47enne di Ostiano (Cremona) che a visitare la chiesa di Castel Goffredo ci aveva fatto l'abitudine. Il prete sospettava di lui già da mesi, ma voleva risparmiargli una denuncia. I ripetuti inviti a desistere, però, non erano riusciti nel tentativo di conversione. E quando la misericordia cristiana non funziona, non resta che passare alle maniere forti. Detto fatto. L’annuncio precipita dal pulpito durante la messa della domenica: furti a ripetizione, responsabilità del sacerdote di salvaguardare i beni della comunità, insomma, il ricorso alle videocamere è d’obbligo. Dall’altra parte, dalla parte dei banchi, occhi strabuzzati, mezzi sorrisi, sorrisi a tutta bocca, silenzi imbarazzati, brusii. Eppure anche i più perplessi devono poi aver benedetto l’impresa quando il recidivo con le mani lunghe è finito in manette. Un lavoro di squadra impeccabile: don Antonio che, su suggerimento del maresciallo dei carabinieri Nicolò di Marzo, piazza la telecamera vicino al portacandele, fotocopia alcune banconote da 5 e 10 euro e poi, scorgendo il ladro in arrivo, lancia l’allarme ai militari. Primo colpo, sventato il 4 marzo. Stessa strategia per il secondo colpo, un paio di giorni più tardi.

In questo caso il malvivente viene bloccato mentre sta per salire in auto con in tasca 80 euro. Che dire? Viene da pensare a un altro prevosto con il piglio da gendarme sotto il crocifisso. L’inguaribile don Camillo, maniche rimboccate e fucile sotto braccio. Servi e, all’occorrenza, anche soldati di Dio.

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