Cronache

Dopo Padre Pio «eletto» San Preziosi

Susy De Martini*

C’ero anch’io in piazza De Ferrari sabato sera, a condividere la grande gioia per la vittoria del Genoa e di tutta la nostra Città. Osservavo, e mi godevo tutto: la folla festante che riempiva la piazza, la fontana stracolma di ragazzi che spruzzavano acqua tutt’intorno (quasi a voler lavare via gli anni di «sofferenza»), il rumore dei clacson e di tutto quello che poteva manifestare felicità e condivisione! Ma soprattutto guardavo le bandiere: migliaia, portate con fierezza dai 4 ai 94 anni, sventolate, indossate, abbracciate, baciate.
La scritta più bella, a mio parere era questa, a caratteri cubitali su di un vessillo rossoblu enorme: Una Fede, un Mito, un Amore.
È proprio vero, ho pensato, questa serata, e questa scritta confermano (come diceva Einstein) che la più bella sensazione è il lato misterioso della vita, quel sentimento profondo, di Fede, che ci spinge a cercare spiegazioni magiche. Ma non avevo ancora terminato questa considerazione, che mia figlia Bianca (genoana Doc) mi ha fatto notare, divertita, un grosso telo raffigurante un Santo, portato in processione intorno alla piazza. E che c’entra, ho pensato, San Francesco D’Assisi con il Genoa, e soprattutto con questa serata, non è San Giovanni (semmai) il Patrono di Genova? Mi sono avvicinata un po’ e ho capito...il Santo aveva sì aureola e quant’altro si conviene ad una effige sacra, ma il viso era di Enrico Preziosi, e se qualcuno avesse avuto dei dubbi, sarebbero stati fugati dalla scritta a caratteri cubitali: San Enrico. Fantastica, piazza De Ferrari come piazza dei Miracoli, infatti ricordo che appena un anno fa si riempì di fedeli (con code che tutti ricorderete, chilometriche) per poter vedere sul busto della statua del Cristo degli Abissi (ospitata nel palazzo della Regione) l’effige di Padre Pio. All’epoca ci fu chi disse che la presunta apparizione del Beato nel Palazzo della Regione, in fase pre-elettorale, potesse anche avere valenze politiche! Mi chiedo: San Enrico Preziosi sarà di destra o di sinistra, e la sua «apparizione» avrà per la squadra una valenza più positiva, di quella che lo ha preceduto in questa stessa piazza?
Mi volto e vedo un vessillo con la scritta: «il baciccia (il marinaio blucerchiato) è buliccio». Ci risiamo. Non critico la competizione, che è sanissima, ma l’aggressività, che è sempre un po’ cretina, specie nelle situazioni in cui il motivo del contendere non esiste proprio.
Cari Cugini Sandoriani, come genovese, e genoana, mi auguro che il futuro successo della nostra città, e delle nostre squadre cittadine, possa dipendere dalla volontà, dall’impegno e dal sostegno di tutti noi, Santi o meno che siano.

E’ il gioco di tutta una squadra che vince, e allora lasciatemi dire grazie a tutti: al pubblico, ai giocatori ed al regista che li ha portati al successo, magari non Santo, ma bravissimo e simpaticissimo: Serse Cosmi.
*Università di Genova

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