Pafnuzio

È uno dei sette santi che portano questo nome. Visse nel IV secolo al tempo degli imperatori Diocleziano a Massimiano Galerio. Era egiziano e si era fatto monaco nel monastero di Pisper nell’Alto Egitto. Pare che a un certo punto sia stato acclamato vescovo. Nel sesto anno della grande persecuzione (cioè, verso il 307-308) venne arrestato insieme ad altri cristiani egiziani e deportato in Palestina. I cristiani di questo gruppo non vennero uccisi ma furono condannati «ad metalla», alle miniere. A tutti venne cavato un occhio e fu tagliato il garretto sinistro, per rendere più difficoltosa la fuga. Pafnuzio ottenne la libertà all’avvento di Costantino il Grande. Ebbe parte al Concilio di Nicea, nel quale prese le difese del celibato ecclesiastico. L’imperatore lo aveva in grande stima e, nel corso dei lavori del concilio, lo riceveva spesso nel suo palazzo. Si dice che Costantino, nell’accomiatarsi dal claudicante vescovo, usasse baciarlo sull’orbita vuota in segno di venerazione.

Nel 335 il santo, che aveva il dono dei miracoli, partecipò a sinodo di Tiro, nel quale riuscì a portare su posizioni anti-ariane il vescovo Massimo di Gerusalemme. Pafnuzio morì in un anno imprecisato. Non sappiamo neanche dove e a quale età.

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