Questa delle pagelle ai ministri è, come quasi tutte le idee di Sarkozy, molto brillante. Si diano una mossa i mandarini della politica, sappiano che ogni tre mesi il loro lavoro sarà valutato e che - qualora i risultati siano mediocri - rischieranno la poltrona. Così le Eccellenze del governo dovranno rimboccarsi le maniche. Nessuno sa, credo, come funzioneranno gli strumenti grazie ai quali Sarkozy cercherà di quantificare i profitti e le perdite dogni dicastero. Ma almeno cè, in questa iniziativa, il tentativo di rendere più diretto e visibile il rapporto tra i governanti e i governati.
Un esempio da seguire, dunque? Direi proprio di sì, siamo favorevoli: e lo dimostriamo in concreto, su queste pagine, con i voti di merito o demerito attribuiti ad alcuni fra i troppi ministri del governo Prodi. Ma davvero il metodo Sarkozy è esportabile allItalia, dove pure da tempo già esiste un ministro per lAttuazione del Programma, incaricato (senza grandi poteri né risultati per la verità) di controllare il lavoro dei suoi colleghi?
Non vorrei indulgere allabitudine di criticare usi, costumi e malcostumi di casa nostra, magari dimenticando che sotto certi aspetti tutto il mondo è paese. Sicuramente i ministri e i ministeriali doltralpe hanno vizi e vezzi politici. Farà bene anche a loro una lezione di serietà e di efficienza. Ma sono subordinati a un presidente della Repubblica che, dotato comè di poteri molto ampi, preferisce lincitamento e la rampogna agli elogi. Il guaio è che in Italia, senza aspettare pagelle, il premier Romano Prodi ha promosso se stesso e la falange dei suoi accoliti, a fine anno, con un dieci tondo tondo.
A questo punto le pagelle sono un problema: esse servono se ci si muove sul terreno delle cose fatte o fattibili. Se invece ci si muove sul terreno della favolistica o dellutopia, se si afferma che la vergogna dellimmondizia napoletana è solo un incidente di percorso dun esecutivo mirabile, che le risse nella maggioranza sono fermenti salutari e che il carico immane delle tasse è un omaggio alla socialità, non ci sono più pagelle che tengano.
Non sono un fanatico dei sondaggi.
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