È un ristorante italiano, il Luna Caprese, il bersaglio dellultimo attentato che ha colpito Islamabad, la capitale del Pakistan, Paese al centro di una preoccupante strategia di destabilizzazione dei terroristi islamici. Non si è trattato di un attentato suicida: questa volta qualcuno ha lasciato un ordigno sotto un tavolo del piccolo e tranquillo ristorante, frequentato abitualmente da stranieri oltre che dallelite intellettuale locale, e lo ha fatto esplodere allora di cena. Il bilancio è di un morto (una volontaria di nazionalità turca di unagenzia internazionale di aiuto allo sviluppo) e undici feriti, tra i quali cè anche la proprietaria italiana del locale, che secondo il nostro ministero degli Esteri ha riportato lesioni lievi ed è in buone condizioni.
Erano le nove meno dieci quando la bomba è esplosa nel giardino del ristorante italiano, dove cenavano allaperto quindici-venti persone. La deflagrazione è stata assordante: quando il fumo si è dissolto, secondo un testimone «cerano feriti dappertutto e la gente urlava». Un muro è parzialmente crollato e nel suolo è rimasto un piccolo cratere. Il capo della polizia ha quindi escluso che si sia trattato dellazione di un terrorista suicida, perché in quel caso se ne sarebbero trovati i resti. Il cuoco del ristorante, tuttavia, ha detto che a suo avviso le esplosioni sono state due.
Il Luna Caprese è posizionato in un quartiere elegante, conosciuto come Settore F-6, abitato da pachistani benestanti e da diplomatici stranieri. Non solo lunica vittima, ma anche la maggioranza dei feriti sono occidentali: lambasciata degli Stati Uniti ha confermato che dei cinque americani coinvolti tre sono membri del loro staff (tra loro due medici), mentre gli altri sarebbero un giornalista giapponese, un diplomatico britannico, un canadese e tre pachistani, due dei quali camminavano allesterno del ristorante al momento dellesplosione.
Quanto alle ragioni dellattentato al Luna Caprese, lemittente Geo-tv ipotizza che lobiettivo fossero alcuni dipendenti della Cia. Ma non viene sottovalutato il fatto che il ristorante italiano è uno dei pochi locali di Islamabad dove vengono normalmente servite bevande alcoliche: per gli estremisti islamici, un insulto alla religione musulmana.
Dallo scorso mese di luglio, quando il governo del generale Musharraf ha represso nel sangue la rivolta integralista della Moschea rossa a Islamabad, durata una settimana, è cominciata in Pakistan una sequenza infinita di attentati con bombe. Alla fine dello scorso anno si sono contati più di duemila morti. La scia di sangue è continuata in questi primi mesi del 2008 con altre centinaia di vittime, ma la bomba nel ristorante italiano è la prima collocata con lobiettivo di uccidere degli stranieri e sembra indicare un inquietante cambio di strategia.
Nel mondo politico pachistano circolano però anche altre preoccupazioni.
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