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Palazzi insiste: vuole anche il Milan in serie B

Previsti ricorsi anche contro i singoli tesserati: arbitri e dirigenti

Gian Piero Scevola

I preavvisi di ricorso sono già stati inviati alla Corte federale ed entro questa sera saranno depositati i ricorsi scritti contro le sentenze della Caf. E qui viene il bello, perché se è certo che i quattro club condannati dalla Caf si appelleranno alla Corte federale, non si hanno notizie certe invece sugli intendimenti del pubblico ministero, il Procuratore federale Stefano Palazzi. Potrebbe decidere di ricorrere o meno contro le diverse sentenze. Prassi vuole che, in sede di appello, quasi sempre il pm proponga ricorso, ma in questo caso, visto che sono state accettate le richieste di Palazzi su Juventus, Fiorentina e Lazio, il magistrato militare napoletano potrebbe anche pensare di abbandonare al loro destino i tre club confinati in B e di insistere invece sul Milan. Perché il Milan mantenuto in serie A, malgrado i 44 punti di penalizzazione, ai quali vanno aggiunti i 15 per la prossima stagione, non corrisponde alle richieste di Palazzi che avrebbe voluto i rossoneri tra i cadetti con 3 punti di penalizzazione. Ecco allora il ricorso certo contro il Milan e, meno sicuro invece, per Juve, Fiorentina e Lazio che, in questo caso, tirerebbero un bel sospiro di sollievo.
A fronte di nessun ricorso presentato nei loro confronti, la Corte Federale potrebbe o confermare le sentenze della Caf o migliorarle, dando magari un piccolo sconto per quanto riguarda la penalizzazione di punti. Una riforma «in peius», senza alcun appello, non è prevista, mentre riportare il Milan di fronte ai giudici significa voler peggiorare la posizione dei rossoneri per aggiungere magari altri due punti ai 44, per tagliarli fuori completamente dall’Europa. Un sottile e perverso gioco di «volontà afflittiva» nei confronti del Milan, dopo l’errore della Caf che «ha fatto male di conto» («Ma il Milan ha svegliato il can che dorme», ha confessato un componente Caf). Un errore che, tempi alla mano, non appare facilmente risolvibile.
Sembra comunque comprensibile la strategia di Palazzi, una strategia d’attacco che ha trovato consensi proprio nelle sentenze della Caf sui club e che, invece, per quanto riguarda i singoli tesserati, dirigenti, ex designatori e arbitri, ha un po’ segnato il passo di fronte alle motivazioni di Ruperto che ha smontato l’illecito strutturale, non ha minimamente accennato alla presenza di una cupola o di un sistema che collegasse tra loro i vari illeciti. Un Palazzi «double face» che, sempre vincitore nelle cause giudiziarie negli ultimi cinque anni, può ritenersi soddisfatto anche di questa, anche se sul gozzo gli è rimasto il salvataggio del Milan. Un’anomalia alla quale intende rimediare con un ricorso preannunciato che oggi depositerà, evidenziando le stesse accuse di illecito sportivo che non possono portare che alla retrocessione all’ultimo posto del campionato, e quindi in B, come per le altre tre condannate.
Palazzi ha passato questi ultimi due giorni a studiare le carte, immerso nei codici, per scoprire dove il suo teorema accusatorio anti-Milan abbia fatto fiasco. Nel ricorso verrà ulteriormente attaccata la posizione di Meani e soprattutto quella di Galliani, in base alla teoria del «non poteva non sapere» che all’ad rossonero è costata un anno di squalifica per violazione articolo 1, quello della lealtà e correttezza. Ma Palazzi, nella Procura di Napoli dove esercita considerato un caterpillar, uno che non demorde mai, potrebbe anche aver già deciso di continuare a perseguire pure Juventus, Fiorentina e Lazio: gli atti d’accusa nei loro confronti sono talmente chiari che la Corte federale non potrebbe far altro che confermare le sentenze della Caf. Al limite peggiorarle, ma è impensabile che alla Juventus vengano dati punti di penalizzazione oltre i 30 che ha già sul groppone.

È il Milan invece il grosso cruccio di Palazzi e sulla sua permanenza in A s’annuncia grande battaglia.

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