Palazzo Chigi, 94 nuovi posti per gli amici dell’Unione

da Roma

Ufficio personale sdoppiato e staff corposi per i vicepresidenti del consiglio. Prevede anche questo, oltre alla creazione di quattro nuovi dipartimenti (il Giornale del 20 settembre), il decreto presentato all’inizio di settembre per riorganizzare Palazzo Chigi. I sindacalisti della Presidenza del consiglio quando lo hanno letto hanno avuto l’impressione di un provvedimento utile più che altro a sistemare le cose ai piani alti, a livello di dirigenza, ma per nulla attento ai problemi organizzativi che riguardano anche i semplici dipendenti.
Di certo alcuni aspetti sono regolati fino al dettaglio. Tra questi la dotazione dei vicepresidenti del Consiglio. Massimo D’Alema e Francesco Rutelli, oltre ai rispettivi ministeri, a Palazzo Chigi possono contare su una struttura amministrativa di tutto rispetto. Un capo di gabinetto, tre consiglieri un segretario particolare e un addetto stampa oltre a venti dipendenti di vario livello.
Dotazione un po’ meno generosa per i quattro sottosegretari alla presidenza del Consiglio (Enrico Letta, Enrico Micheli, Fabio Gobbo e Ricardo Franco Levi) ai quali spetta ognuno un segretario personale e una segreteria tecnica coordinata da un dirigente oltre a dieci dipendenti.
Sia nel caso dei vicepremier sia in quello dei sottosegretari alla presidenza, un terzo del personale può essere scelto tra gli «estranei», nel senso di dipendenti pubblici che non sono ministeriali. Oppure, nel caso degli uffici di diretta collaborazione, anche tra estranei alla pubblica amministrazione. Quello degli esterni rappresenta uno dei nodi irrisolti di Palazzo Chigi. Tanto che ai sindacati è stata assicurato un riferimento esplicito nella legge al fatto che gli incarichi devono essere dati in primo luogo a dirigenti della Presidenza.
La riorganizzazione comporta anche qualche cambiamento per l’ufficio del segretario generale, che risponde direttamente al Presidente del consiglio ed è articolato in sette servizi e due dirigenti al massimo livello. Il principale cambiamento in questo caso consiste nel fatto che l’ufficio ha acquisito «con il relativo personale» alcune competenze. Alcune leggere come la «gestione dell’alloggio del presidente, gestione automezzi, nonché il coordinamento strategico dei processi di sviluppo dei sistemi informativi e di innovazione organizzativa». Ma anche una importante come il coordinamento del progetto Prs-Galileo, il piano europeo per creare una sistema di navigazione satellitare alternativa al Gps.
In controtendenza rispetto ai sacrifici chiesti ai ministeri, sembrerebbe, lo sdoppiamento del dipartimento delle risorse umane al quale sono state tolte le competenze che riguardano l’organizzazione e l’informatizzazione della Presidenza del consiglio che sono state affidate a una nuova direzione.
Tra le competenze la formazione del personale, «iniziative per facilitare il raggiungimento della sede di servizio da parte dei dipendenti» e anche l’assicurare «il benessere organizzativo». Il dipartimento si occupa inoltre della gestione dei sistemi informatici.

Con l’eccezione del «centro comunicazioni classificate», cioè delle informazioni top secret. La cui competenza spetta al segretariato generale di Palazzo Chigi e quindi agli uffici che lavorano gomito a gomito con il premier Romano Prodi.
(2. Continua)

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