Palazzo Marino in rosso, La Russa striglia Moratti: «Non faccia come Bossi»

Il ministro della Difesa bacchetta il sindaco. Lei aveva protestato perché il salvataggio dal dissesto siciliano corrisponde al «buco» creato a Milano

«Il sindaco di Milano si chiama Letizia, non Umberto». A Ignazio La Russa, le frasi della Moratti «furiosa» contro i tagli del governo alla città non sono piaciute. «I soldi che mancano a noi sono esattamente quelli che il governo ha regalato a Catania», ha protestato coi capigruppo del centrodestra martedì, alla riunione convocata per far fronte a un bilancio di previsione per il 2009 con 150 milioni di euro meno del previsto su cui contare. Da qui il paragone di trattamento tra il Comune del sud, a cui lo Stato ha anticipato 100 milioni per evitare il dissesto finanziario, e quello virtuoso del nord. «È sacrosanto dire che Milano ha bisogno di più attenzione e risorse, l’idea che possa fare sempre da sola comincia a stancare - ammette il ministro e reggente di An, oltre che catanese doc -. Ma non è il sistema, la logica del paragone tra situazioni diverse è sbagliata, anche Trento è molto più favorita di Milano o Catania, ma sono casi particolari». E in serata la Moratti corregge il tiro: «Non si tratta di criticare nessun Comune, cosa che personalmente non ho mai fatto. Ma servono risorse per tutti e si tratta di lavorare come stiamo già facendo col governo per assicurare alle amministrazioni quanto dovuto». I Comuni, insiste, «in questo momento sono in sofferenza per una rata dell’Ici che non è ancora completa per il 2008» e «per risolvere questa criticità» si augura che venga convocato al più presto il tavolo tra governo e Anci già promesso dal premier Berlusconi.
Parlare di «buco» in bilancio, insiste però il sindaco, «è sbagliato. Dobbiamo fare una manovra che prevede anche tagli dei costi o aumento delle entrate perché le amministrazioni come lo Stato, e così gli altri Paesi, sono obbligati al pareggio di bilancio entro il 2011». Riferimento a Catania a parte, va detto che Palazzo Marino dovrà contare per il 2009 su 74 milioni di trasferimenti in meno da Roma (tra fondi Ici sulla prima casa, taglio dell’Irpef e altri contributi) e sconta per la crisi di Alitalia e la mancata ridiscussione - almeno per ora - dei diritti di volo su Linate e Malpensa, la perdita di 25 milioni di dividendi Sea (anche se la società potrebbe chiudere l’anno in pareggio). Una manovra «molto pesante, tre volte tanto il previsto», ammette la Ragioneria costretta a presentare ipotesi di tagli agli assessorati o aumenti delle tariffe. Servizi secondari - come buoni libro o mense - non saranno più gratis per tutti ma solo per chi ha reddito Isee basso, ci sarà un forte recupero dell’evasione fiscale.

E a Milano, d’accordo con l’Agenzia delle entrate, partirà l’esperimento pilota in Italia di aggiornamento delle rendite catastali: la città sarà divisa in microzone, in quelle dove oggi seconde case e uffici sono ancora classificati come «popolari», ma sono diventate di pregio (le mappe del catasto sono del dopoguerra), sarà alzato l’Ici. Operazione che consentirà di incamerare almeno 15 milioni.

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