Il palazzo di vetro che non piace ai cittadini

L’architettura, si sa (sin dai tempi di Le Corbusier), è una forma d’arte e come tale può far commuovere. Se fa piangere però, ci dev’essere qualcosa che non va.
È questo quello che devono aver pensato gli abitanti di Sesta Godano, piccolo paese in provincia della Spezia, quando, dalle impalcature sul retro del Municipio, nella centrale piazza Marconi, è spuntata un’inedita struttura in vetro. «Non può essere, è orribile», ha sussurrato qualcuno; «È un ecomostro», è arrivato a dire, addirittura, qualcun’altro. E così il palazzo trasparente ha cominciato ad essere odiato ancor prima di essere inaugurato.
Sorta in dodici mesi su un progetto concepito più di cinque anni fa dalla vecchia amministrazione, la nuova ala del Comune spezzino è frutto di uno studio architettonico e nasce con l’intento di dar respiro alla vecchia sede con spazi per archivi, per la comunità montana, per l’assistenza sociale e per il centro per l’impiego; realizzata in pieno stile newyorkese, però, non ha convinto i godani.
«La scelta estetica della struttura - si difende il sindaco Giovanni Lucchetti Marconi - si basa sull’idea che, in presenza di palazzi da uno stile ben preciso, o si replica lo stile o si stacca completamente per non creare interferenze.

Noi abbiamo deciso di staccare, anche perché il Municipio non è un palazzo storico ed era stato già ampliato di un piano negli anni ’80. E ora avremo nuovi spazi per il Comune». Con buona pace dell’arte e di Le Corbusier.

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