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Il Palermo sogna, l’Atalanta vince

Natale Conti

da Palermo

I sogni di scudetto fanno male e così il Palermo incassa dall’Atalanta la sua prima durissima sconfitta interna. La formazione bergamasca ha il merito di aver dato ai rosanero locali una bellissima lezione, di gioco, di agonismo e di tattica. La partita la vince Colantuono che piazza capitan Bernardini davanti alla difesa. E il centrocampista diventa l’uomo faro, annullando uno spento Simplicio e mettendo il bavaglio a un Corini non in grande giornata. A ciò si aggiunge la giornata negativa di Diana e, in parte, di Bresciano. Altro che scudetto. Quello visto ieri è un Palermo fragile e privo di coraggio.
I primi dieci minuti della ripresa sono stati poi illuminanti, con l’Atalanta padrona del campo e i siciliani disperati, incapaci di tamponare le avanzate dei nerazzurri orobici. E subito dopo, come era inevitabile, è arrivato un siluro di Tissone da venti metri che ha chiuso il conto col definitivo 3-2 per l’ospite lombardo.
Il primo gol era arrivato al 13’ del primo tempo. Cross da sinistra di Bernardini sugli sviluppi di un calcio d’angolo e puntuale colpo di testa di Doni che anticipava tutta la difesa. Pareggio del Palermo al 18’. Poderosa cavalcata di Amauri che superava di potenza tre avversari, entrava in area e tagliava verso Bresciano che al volo trafiggeva Calderoni.
Al 31’ il Palermo, tutto addormentato, incassava la seconda rete. Mischia in area, la sfera arrivava al centrale difesivo Rivalta che batteva imparabilmente Fontana con un tiro violento sotto la traversa. Il Palermo raggiungeva il pari al 45' grazie a un generoso rigore concesso da Banti per un discutibile atterramento di Di Michele. Compensazione per un fallo di mano non visto un minuto prima? Mah. In ogni caso, capitan Corini trasformava. All’inizio della ripresa la svolta finale. Il gol di Tissone chiudeva la gara.

Il resto conterà poco.

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