Cronaca locale

Palermo, ladri si nascondono in una veglia funebre. Arrestati

Si tratta di due uomini che, dopo aver tentato di entrare in un appartamento, hanno finto di far parte della famiglia di un morto nello stesso palazzo. Poi sono stati arrestati

Palermo, ladri si nascondono in una veglia funebre. Arrestati

È accaduto a Palermo ed è una vicenda che ha quasi i risvolti della commedia all'italiana. Due uomini sono stati individuati mentre tentavano di aprire la porta di un appartamento, ma una volta scoperti hanno provato a confondersi tra i partecipanti ad una veglia funebre in corso nello stesso palazzo. Inutile è stato il tentativo dei due di camuffarsi. Sul posto sono giunti subito i carabinieri che hanno arrestato i ladri. L’accusa è di tentato furto in abitazione in concorso, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. In manette un uomo di 44 anni, Giuseppe Di Marco e un giovane di 20 anni, Saverio Lo Verde. Entrambi sono nati e vivono nel capoluogo siciliano.

I militari dell'Arma sono intervenuti in corso Pietro Pisani, dove era stata segnalata la presenza di due persone che avevano tentato di introdursi furtivamente all’interno di un appartamento.
Giunti sul posto, i carabinieri hanno sorpreso i due che, nel tentativo di eludere il controllo, come detto, si sono introdotti in un altra abitazione dove era in corso una veglia funebre, fingendosi amici del defunto.

I carabinieri li hanno individuati ancora presenti all’interno dello stabile nel tentativo ultimo di disfarsi di un mazzo di chiavi con cui avevano provato ad aprire la porta di ingresso dell’appartamento. Di Marco al tentativo dei carabinieri di bloccarlo ha opposto resistenza colpendo con calci e pugni i militari. È scoppiata così una colluttazione mentre, nello stesso stabile, qualcuno piangeva un defunto.

Gli arrestati sono stati trattenuti presso le camere di sicurezza del comando di Palermo in attesa del rito direttissimo.
Dopo la convalida degli arresti, Lo Verde è stato sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, mentre a Di Marco sono stati assegnati gli arresti domiciliari.

Dicevamo che la vicenda, pur nella sua tragicità, ha un risvolto grottesco e torna alla mente "Acqua e sapone" di Carlo Verdone. In particolare la scena in cui il regista, nel personaggio di Rolando, deve ritirare l'abito per partire con la sua amata Sandy, ma trova la lavanderia chiusa per lutto.

Si reca a casa del defunto nella speranza di farsi aprire il negozio e, fingendosi parte della veglia funebre, riesce a svestire il morto, "Gino mio", e ad avere un abito per poter partire fingendosi il teologo Michael Spinetti. Anche nel film c'è un furto durante la veglia. Nella nota pellicola cinematografica, però, il furto lo subisce lo stesso defunto e si grida al miracolo davanti alla salma lasciata letteralmente in mutande.

Se Rolando, però, nel film riesce a farla franca, la stessa sorte non è toccata ai due ladri palermitani.

Commenti