"Dicevano negro di m... Io, accerchiato e pestato da ragazzini di 11 anni"

Parla Kande Boubacar, il giovane di 20 anni originario del Senegal vittima sabato notte di un'aggressione a sfondo razzista a Palermo

"Dicevano negro di m... Io, accerchiato e pestato da ragazzini di 11 anni"

Aggressione nel centro storico di Palermo. Nella notte tra sabato e domenica, in via Cavour, un 20enne di origine senegalese è stato accerchiato, offeso per il colore della pelle e quindi picchiato da un gruppo di adolescenti. Sull'episodio indaga la polizia, chiamata da alcuni passanti, che ha acquisito le immagini di sorveglianza della zona per cercare di individuare gli autori del pestaggio. Sulla vicenda, che ha scosso l'intera città, è intervenuta anche il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. "Ho sentito il Prefetto, ho mandato anche un messaggio di vicinanza. Purtroppo sono episodi che stanno capitando sempre più spesso, episodi su cui dobbiamo porre la massima attenzione".

Ma è lo stesso ragazzo che racconta la notte da incubo tra sabato e domenica. "Avevo finito di lavorare, stavo rientrando a casa e sono passato con la bici da una piccola piazza - racconta Kande Boubacar che a Palermo lavora in un ristorante del centro storico -. Ad un certo punto, ho dato fastidio a qualcuno perché un ragazzino di 11-12 anni mi ha detto 'negro di merda, vattene via". Io ho risposto che 'non si poteva permettere di dirmi negro di merda'. Non mi ha risposto ma poco dopo è ritornato con un'altra persona. Sono stato accerchiato da diverse persone. Avevo la catena della bici in mano e per un po' agitandola si sono fermati ma hanno continuato. Poi qualcuno da dietro mi ha dato un pugno, sono caduto e mi hanno cominciato a dare pugni e calci ovunque. Mi hanno aiutato dei ragazzi che hanno chiamato i soccorsi".

L'episodio fa discutere e lo farà anche nei prossimi giorni. In una nota il deputato dem della commissione Giustizia, Carmelo Miceli dice: "È un episodio molto grave ed è il sintomo inquietante del clima di odio che sta vivendo il nostro Paese. L'Italia intera deve ribellarsi a questi episodi e con coraggio dobbiamo tutti scendere in campo contro l'ignoranza e la violenza". "Quando si agita il peggio, quando le campagne d'odio diventano strumento di lotta politica, cosa ci si aspetta se non che ci sia chi è pronto a raccogliere questo peggio?". Lo dicono Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia, e Mimma Argurio, segretaria regionale Cgil, a proposito dell'aggressione subita a Palermo da un ragazzo di origini senegalesi, pestato sabato notte in pieno centro da un gruppo di adolescenti. "Sgomenta che in una città dall'anima antirazzista e inclusiva come Palermo accadano episodi come quello dell'altra sera". Per la Cisl: "E' un gesto grave che condanniamo - afferma il segretario generale, Leonardo La Piana,. Siamo vicini al giovane e alla sua famiglia, contro questi atti di violenza discriminatoria c'è ancora tanto da fare sul fronte della prevenzione e del contrasto. Sia fatta chiarezza sui responsabili".

"Da una parte un gruppo di adolescenti che aggredisce un uomo per il colore della sua pelle. Dall'altra un capannello di persone che assistono alla scena senza intervenire e muovere un dito. È successo a Palermo lo scorso fine settimana. Un giovane senegalese è stato colpito nell'indifferenza dei passanti. Solo due testimoni hanno allertato le forze dell'ordine, secondo le prime ricostruzioni, per fermare quella prepotenza indegna". Così in un post su Facebook la viceministra dell'Istruzione, Anna Ascani, che aggiunge: "Ci sono politici che si affrettano a dire che 'il razzismo nel nostro Paese non esistè. Quando invece sono loro, per primi, ad alimentarlo con i loro slogan raccapriccianti. Purtroppo invece il razzismo c'è. Come dimostrano i tanti casi che si susseguono in tutto il Paese. Xenofobia che si nutre di ignoranza.

E di quella indifferenza che, come ricorda spesso la senatrice Segre, è tanto colpevole quanto la violenza. È nostro dovere prendere una posizione. E farlo in modo netto. Solo così potremo marcare la differenza. Nel nostro Paese non deve esserci spazio per nessun tipo di discriminazione. Oggi meno che mai".

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