Cronaca locale

Si uccide l'ex capo dei gip del tribunale di Palermo

Il magistrato era indagato dalla procura di Caltanissetta per corruzione e rivelazione di notizie riservate nell'ambito dell'indagine sulla presunta fuga di notizie relativa a Maurizio Zamparini, ex proprietario del Palermo calcio. Da poco in pensione, era da tempo malato

Si uccide l'ex capo dei gip del tribunale di Palermo

Si è tolto la vita lanciandosi dal balcone della sua abitazione a Palermo, così è morto sul colpo l'ex capo dei gip del tribunale di Palermo Cesare Vincenti. Da quando era stato iscritto nel registro degli indagati per corruzione e rivelazione di notizie riservate Cesare Vincenti, come raccontano alcuni suoi colleghi che si sono recati sul luogo in cui si è tolto la vita, era "stato allontanato da quasi tutti i colleghi". Tanto che di recente aveva organizzato al Palazzo di giustizia una festa di commiato per la pensione ma non si era presentato nessuno dei colleghi, tranne uno. Sono andati solo i dipendenti amministrativi. Chi lo ha visto di recente lo descrive come "molto depresso e dimagrito". Secondo i magistrati di Caltanissetta, che lo hanno iscritto nel registro degli indagati, sarebbe stato Vincenti a far sapere all'ex presidente del Palermo calcio Maurizio Zamparini, dell'esistenza di un'indagine a suo carico e del rischio che venisse emessa un'ordinanza di custodia cautelare. Tramite di questa fuga di notizie sarebbe stato l'ex presidente del Palermo calcio Giovanni Giammarva, che avrebbe portato personalmente la notizia a Zamparini negli uffici di Vergiate, in provincia di Varese, dove l'ex proprietario della squadra rosanero ha una delle sue abitazioni. La mattina dopo Zamparini presentò le dimissioni dalla società e fece venire meno le esigenze cautelari, cosa che portò il gip Fabrizio Anfuso a respingere la richiesta dei procuratori palermitani. La perquisizione di giugno aveva riguardato in minima parte gli uffici del tribunale in cui lavora Vincenti, dove sono state fatte alcune acquisizioni di documenti, e si era tenuta invece soprattutto nelle abitazioni di padre e figlio, oltre che nello studio professionale, alla presenza di un avvocato del Consiglio dell'Ordine.

"Il gesto del galantuomo presidente Vincenti sembra essere un gesto di un uomo di altri tempi, che si ribella contro l'ipocrisia di un mondo in cui lui era controcorrente. Spero che chi lo ha lasciato solo in vita abbia il pudore di non fare passerelle nel momento delle sue esequie - dice Stefano Giordano, legale dell'ex 007 Bruno Contrada -. La sua tragica morte - aggiunge - dovrebbe farci riflettere sulle conseguenze dei processi mediatici".

Sul posto anche il procuratore Francesco Lo Voi, il questore Renato Cortese, oltre ad investigatori dei carabinieri e mezzi di soccorso, nonchè i carabinieri del Ris.

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