Il Cairo - La Conferenza di riconciliazione in programma lunedì al Cairo è stata rinviata a data indeterminata. "I colloqui - ha affermato un funzionario - sono stati rimandati a data indeterminata su richiesta di Hamas". Era stato l’Egitto a promuovere questi colloqui con l’intenzione di far incontrare 13 movimenti palestinesi e favorire la riconciliazione tra Mahmus Abbas e Hamas.
La mossa di Hamas Dopo la comunicazione dei dirigenti di Hamas da Damasco di voler boicottare la conferenza interpalestinese prevista al Cairo a partire da lunedì, l’Egitto ha reso noto di aver deciso il rinvio dell’incontro a data da destinare. La conferenza era stata organizzata dopo numerosi colloqui avuti da dirigenti egiziani con esponenti di tutte e 13 le fazioni palestinesi - sia con i dirigenti residenti a Gaza e Ramallah, sia con quelli in esilio a Damasco - per un tentativo di riconciliazione in vista di futuri negoziati con Israele. Nei giorni scorsi una delegazione di Hamas era arrivata al Cairo in anticipo sulla conferenza per esaminare con gli egiziani modifiche ad una bozza di documento preparato per la riconciliazione.
L'incontro con Obama Hamas è pronto a parlare con il presidente eletto degli Stati Uniti ma Barack Obama deve rispettare "i diritti e le scelte" del movimento islamico palestinese. Lo ha detto in una intervista il leader in esilio della formazione radicale, Khaled Meshaal. In una visita a Israele a luglio Obama aveva legato le possibilità di negoziato con Hamas alla rinuncia alla violenza e al riconoscimento del diritto di Israele all’esistenza. Sotto la presidenza Bush gli Stati Uniti si sono rifiutati di parlare con Hamas. "È una buona possibilità - politica e psicologica - ed è degna di nota, mi congratulo con il presidente Obama", ha detto Meshaal commentando l’elezione in un’intervista all’edizione on line di Sky News, concessa dalla capitale siriana Damasco. Meshaal ha detto che Hamas "è pronto per il dialogo con il presidente Obama e con la nuova amministrazione americana, con mente aperta, ma sulla base che essa rispetti i nostri diritti e le nostre scelte".
E ha aggiunto che Washington non ha altra scelta che quella di trattare con Hamas per risolvere i problemi nella regione perché "noi siamo una forza reale, effettiva, sul territorio". Già prima del voto Meshaal aveva detto, in un’intervista a un quotidiano giordano, che Hamas sarebbe stato pronto a dialogare con il nuovo presidente americano, chiunque esso fosse.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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