Palestre al setaccio: 4 arresti per doping

Alessia Marani

Nuovi arresti sul filone delle indagini sulla morte di Claudia Bianchi, la body-builder romana pluricampionessa internazionale, stroncata da un arresto cardiocircolatorio l’8 marzo 2004 nella sua abitazione al Prenestino. A provocare l’infarto della bella 34enne furono gli anabolizzanti che l’atleta stava assumendo in dose massiccia in vista di una competizione in America. Per la sua morte (la salma fu esumata 9 mesi dopo e l’autopsia confermò i sospetti sul decesso avvenuto tutt’altro che per cause naturali) nell’ottobre 2005 fu arrestato il fidanzato, Federico Focherini, di un anno più grande, già Mister Universo, accusato di avere ceduto alla ragazza le micidiali sostanze. Ieri in 13 regioni italiane è scattato il blitz dei carabinieri che hanno arrestato 4 persone, un francese residente a Cuneo, l’altra a Torino e 2 nella Capitale, Alexandro M., 34 anni, venezuelano e Massimo Q., 41 anni, di Fregene, colpevoli di avere messo su un’organizzazione stabile per l’importazione e la commercializzazione di prodotti farmaceutici e integratori fuorilegge. Settantacinque le perquisizioni effettuate, 58 gli indagati. I quattro finiti in manette con l’aggravante dell’associazione a delinquere (rischiano fino a 6 anni di galera) da istruttori di sala pesi si erano messi in proprio, aprendo delle rivendite di prodotti specializzati nell’alimentazione di settore. «Sottobanco invece - spiega il colonnello Roberto Massi, da pochi giorni insediato al comando del Reparto Territoriale di Roma - rifilavano ad appassionati o neofiti le sostanze proibite. In Italia esiste una legislazione severa al riguardo. La gang facendo arrivare i presìdi dagli Usa o dall’Est europeo, anche dalla Grecia e dalla Spagna, aggirava i divieti e senza alcuna prescrizione medica cedeva le sostanze dopanti». Per fare questo, dunque, gli imprenditori del doping tenevano i contatti con altri personal trainer o sportivi dell’ambiente in grado, dietro percentuale, di procacciare clienti. «Bisogna ricordare - aggiunge il tenente Luigi Mancuso, a capo dell’indagine «Asgard» (dal romanzo sulle gesta di Conan il barbaro) - che principi quali il GH, il cosiddetto ormone della crescita, vengono impiegati per combattere forme di nanismo o rachitismo. Ma se assunti oltremodo e senza una reale necessità provocano conseguenze drammatiche, aumentando la pressione sanguigna fino a fare letteralmente scoppiare organi come il cuore o il fegato. Diversi gli effetti degli integratori. Se presi in maniera continuativa, finiscono per danneggiare il sistema nervoso». Di almeno 10 milioni di euro l’anno il giro d’affari che gravita attorno al mondo del doping, secondo gli inquirenti. Che precisano: «Le responsabilità comunque - afferma il colonnello Giovanni Arcangioli - sono dei singoli responsabili. Le palestre, spesso, sono il luogo in cui avviene l’incontro, l’aggancio con chi può rivelarsi un fornitore». Ieri sono stati passati al setaccio 11 centri sportivi capitolini, soprattutto in centro storico (è qui che aveva sede l’attività commerciale dei due romani) e sulla Tuscolana.

Un plauso agli investigatori giunge dal sottosegretario alla Salute, Cesare Cursi: «Gli arresti confermano gli allarmi del ministero e l’importanza dei nostri controlli per tutelare la salute pubblica, soprattutto quella degli sportivi sani».

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