La palla passa a Ronaldinho Leo adesso lo deve ricaricare

A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, il Milan ha finalmente bloccato la striscia di quattro sconfitte consecutive. A essere pignoli, in casa rossonera c’è ancora poco da sorridere poiché, nonostante contro il Boca Juniors si sia visto qualche miglioramento, resta la macchia per il gol del pari subito a quattro minuti dalla fine, dopo che Thiago Silva aveva portato in vantaggio i rossoneri (poi ai rigori vittoria degli argentini). Insomma, qualche passo avanti c’è stato, ma i problemi restano molti.

GRUVIERA Il problema più allarmante è la difesa: 13 reti in sei partite non possono trovare scusanti, nemmeno in una preparazione ancora balbettante. Nesta, fermo da un anno, è ancora indietro, Onyewu è con la sua nuova squadra da meno di una settimana: aiuterà i compagni sulle palle alte, ma nell’uno contro uno gli altri vanno a nozze. Thiago Silva potrebbe essere sorpresa e salvezza, ma anche il brasiliano sembra soffrire di improvvisi vuoti di memoria. Per non parlare dei portieri. Il Milan ne paga quattro, ma ne può utilizzare solo due. Abbiati tornerà a metà settembre, Dida soffre per una tendinite. Kalac non ha mai convinto in questo precampionato, Storari si tenga pronto.

IL MODULO Ancora Leonardo non sembra essersi deciso sul modulo da adottare: 4-3-3, 4-3-1-2 o 4-4-2. Li ha provati un po’ tutti, un po’ per necessità un po’ per esperimento. Ma tranne in rari momenti, i rossoneri non hanno mai messo in mostra quella velocità di manovra più volte teorizzata dal tecnico brasiliano. Il Milan si è mosso bene soltanto quando Ronaldinho ha fatto il Ronaldinho. Come ieri sera. Senza di lui i rossoneri brancolano nel buio.

LINEA VERDE D’accordo con il diktat berlusconiano, Leonardo sta cercando di assemblare una squadra fresca e giovane, scommettendo forte sul nutrito gruppo di under 23 che popola Milanello. Tolti Flamini, Pato e Thiago Silva più o meno sicuri di un posto da titolare, il tecnico sta gradualmente inserendo nella rosa Abate, Di Gennaro e Zigoni, evitando loro eccessive pressioni. Nessuno ha sbalordito né impressionato. Tutto ampiamente nella norma, ma forse anche da loro ci si aspettava di più.

SU CHI PUNTARE? Berlusconi ha chiuso i rubinetti rossoneri e Galliani si è dovuto improvvisamente inventare un mercato low-cost. Quello che è sembrato mancare è stata una pianificazione mirata degli acquisti.
Certo, sono finiti i tempi delle vacche grasse. Ora - però - sembra che nessuno sappia proprio che pesci pigliare. Nemmeno in attacco: prima Dzeko, poi Luis Fabiano, quindi Huntelaar, quindi nuovamente Luis Fabiano, poi Adebayor, infine Bendtner. Il Milan ha bussato un po’ in casa di tutti ma - tranne in rari casi - non l’ha mai fatto con la decisione e la convinzione di chi pensa di aver trovato la soluzione ai propri mali. Un attaccante arriverà, ma sarà proprio quello chiesto da Leonardo?

COPERTA CORTA Leonardo non ha mai fatto segreto di desiderare almeno due rinforzi per il suo Milan. Più di tutte, una sua frase pronunciata negli Stati Uniti deve far riflettere il popolo rossonero: «Il mercato è aperto fino al 31 agosto, poi fisseremo gli obiettivi sulla base delle nostre effettive possibilità». Come dire, questa squadra così com’è non può puntare né al campionato né alla Champions.
Leonardo si è accorto presto di avere a che fare con una rosa ampia nei numeri, ma non nella sostanza. Mancano delle seconde linee valide, capaci di inserirsi nel corso della stagione senza scombussolare schemi e tenuta della squadra.

Se Leonardo può contare su un undici titolare di primo livello, non può ancora fare altrettanto affidamento sui rincalzi. Il rischio è quello di spremere oltre misura la formazione titolare e di trovarsi già a metà stagione una squadra col fiato corto e la lingua di fuori. Un po’ come sta succedendo a questo Milan d’estate.

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