(...) il risultato delle elezioni genovesi, il prof. moderato parte subito all'attacco del prof. radical chic. «I giochi ripartono da zero - spiega Musso - possiamo ancora vincere e conquistare il Comune. Doria disdica i suoi impegni e si presenti al pubblico genovese con me. Vinceremo perché gli scontenti e quelli che vogliono cambiare per davvero, fra due settimane andranno a votare il candidato della lista civica. Dei partiti, così come sono, non ne possono più. Ai genovesi dico che se vi sono andati bene gli amministratori di sinistra dell'ultimo ventennio e se vi va bene un'amministrazione Vincenzi bis, allora non votatemi. Se volete cambiare per davvero, allora votatemi».
Il senatore parte da quel 77 per cento di genovesi che ha dichiarato di «essere molto scontento» della gestione comunale della prima donna sindaco di Genova. Si spinge, addirittura, all'elettorato di Putti: «C'è un elettore di Grillo che è simile al mio elettore - continua - perché ha dato un segnale di cambiamento e di svolta per i partiti dai quali, con la mia lista civica, sono e rimarrò svincolato. Poi tra di loro ci sono quelli dell'anti tutto che non mi voteranno, perché noi vogliamo fare e facciamo proposte concrete».
Invece, come è stato per Marta Vincenzi, se Marco Doria vincerà, dovrà fare i conti con i «politburo» di Pd, Idv, Sel, Psi e i compagni di Rifondazione comunista. «A Genova e a livello nazionale - continua il senatore - il centrodestra si è liquefatto. Mentre la sinistra ha tenuto più del centrodestra. Tuttavia non bisogna dimenticare che avrebbe dovuto stravincere, come è successo in Francia per la gauche».
Fino a ieri sera Edoardo Rixi e Pierluigi Vinai, così come i candidati delle altre liste minori, non avevano ancora contattato lo sfidante di Marco Doria. «Ho sentito Sandro Biasotti che mi appoggerà con convinzione - aggiunge Musso - da Roma mi ha chiamato pure l'ex ministro degli Interni Giuseppe Pisanu. Comprensibilmente, facendo parte del Pdl, al primo turno non poteva esternare la sua stima, ma nei prossimi giorni mi sosterrà personalmente. Vinai aveva detto che si era candidato perché glielo aveva chiesto il cardinale Angelo Bagnasco, ma la fonte era lui e non era Bagnasco. Ho ricevuto una telefonata pure da Pier Ferdinando Casini, che continuerà a stare con me insieme a Rosario Monteleone».
Enrico Musso promette che non andrà a chiedere i voti ai partiti del centrodestra, replica a Doria sulle spese per la campagna elettorale spiegando che i suoi collaboratori li paga «perché chiunque lavora deve essere pagato e non sfruttato, anche se anche noi abbiamo tanti volontari».
La palla torna al centro Per Musso i giochi «ripartono da zero»
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