Riccardo Signori
Dopo il pallone gli sono arrivate le pallonate. A Barcellona non hanno sopportato laffronto: il pallone doro a un giocatore del Real, perdipiù italiano e difensore. Ma che calcio è? Ma sanno chi è Ronaldinho? Si sono detti. E Fabio Cannavaro è finito come un pupazzo preso a palle di cartone. «Si meriterebbe un melone doro», ha scritto il condirettore di un giornale sportivo di Barcellona. «Il suo è solo un pallone di latta», ha continuato senza gran senso del self control. Samuel Etòo, un collega del capitano, è stato anche più sgradevole: «Una carnevalata».
Non cè da stupirsi: il pallone doro di Cannavaro è finito nel trituratore delle invidie e delle opinioni contrastanti. Lo ricordano in Francia dove parlano di ombre e luci(titolo di «Le Figaro»). A sua volta «Le Monde» si riferisce a quel filmato inquietante girato ai tempi del Parma e ai casi della Juve. In Italia cera chi preferiva Buffon o chi, invece, ha apprezzato la scelta. Punti di vista o di svista nel caso in cui si vada a toccar con mano (magari davanti ai filmati) chi davvero ha salvato la madre patria calcistica in Germania. Ma la rabbia catalana è tutta rivolta al rivale del Real Madrid e alla classifica di secondo piano del Ronaldinho che li fa impazzire. «Ronaldinho è lottava meraviglia del mondo», hanno scritto. «Inamissibile che non sia sul podio. Ha ottenuto 100 punti in meno di Cannavaro. Eppure la diferenza tra un giocatore che crea calcio e uno che lo distrugge è come quella tra il giorno e la notte». Vabbè, ma non esageriamo. Anche «France Football» ha premiato piedi poco nobili.
Eppoi chissà che la Spagna non si roda perché, da Suarez in poi, nessun altro giocatore suo ha vinto il premio. Ha risposto per le rime Gigi Riva, sceso in campo per difendere il suo capitano: «La Spagna continua a criticarci in ogni modo, ma non vince nemmeno a pari e dispari». E ha allungato locchio anche sui francesi: «In Francia ci sono particolari gelosie nei confronti dei nostri giocatori, specialmente da parte di qualche ex che parla tanto e non si capisce dove voglia arrivare». Platini tanto per intendersi. «I francesi, per vincere un mondiale, hanno dovuto organizzarlo a casa loro». Sicuri che dora in poi Riva non sarà il benvenuto in Spagna e Francia.
Il premio a Cannavaro ha lasciato freddi gli amanti del bel calcio, della fantasia al potere ed anche della classe nel gioco: il nostro è uno della classe operaia. Il «Financial Times Deutschland» ha riassunto definendo, la sua, come «Larte del guerriero». Ma benché sia il capitano che ha sollevato la coppa nella finale di Berlino e grazie al mondiale, vinto in Germania, abbia conquistato il «pallone», i tedeschi si sono limitati al minimo indispensabile nelle gratificazioni e nelle parole. A Madrid, naturalmente, se la ridono. «Sembra quasi che Cannavaro dovesse scusarsi», ha osservato Ramon Calderon, patron del Real. «Il pallone doro è un riconoscimento importante e noi siamo orgogliosi di avere in squadra i migliori giocatori. Piuttosto speriamo che il prossimo lo vinca Raul». Che, appunto, è spagnolo.
E del pallone doro, ma per altra ragione, si è lamentato Spalletti: con visione assolutamente romanocentrica ha criticato la giuria. «Sbagliato che Totti non fosse almeno fra i primi 50. Sarebbe stato il minimo. Evidentemente cè poca conoscenza di quello che uno fa, sennò non si spiega».
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