Franco Ordine
A furia di tirare la corda, la corda si spezza. E da ieri la Lega professionisti del calcio italiano è ufficialmente spaccata in due poli. Da una parte la serie A, dallaltra la serie B che reclama, oltre allassistenza, i famosi 102 milioni di euro lanno, anche un vice-presidente vicario. Nellassemblea infuocata, la divisione si trasforma in una clamorosa spaccatura dalle conseguenze dannose. «È accaduto qualcosa di molto grave, sarà difficile tornare a sedersi allo stesso tavolo» è la chiosa malinconica di Adriano Galliani, presidente dellorganizzazione, al suo fianco il vice Maurizio Zamparini. «Non so quali cerotti riusciremo a mettere» incalza il patron del Palermo, il più duro nei confronti dei suoi colleghi di serie B che han rifiutato di votarlo consigliere delegato. «Il problema è la governabilità della Lega, a questo punto. E ho detto chiaramente ai presidenti di B che non avrei accettato un voto di scambio» è il durissimo commento di Zamparini.
Lo scenario, a questo punto, è apocalittico. O forse è una spinta verso la resa dei conti. Si viaggia spediti infatti verso la scissione, forse inevitabile da quando si capì che la serie B vive al di sopra dei suoi mezzi, del suo fatturato, sulle spalle della serie A, incassando 102 milioni a titolo di mutualità: la serie A se ne va da una parte, la serie B, con i suoi modesti incassi e i suoi principeschi stipendi, dallaltra. «Le carte federali lo prevedono, una o più leghe» informa Galliani. Non è poi la fine del mondo. Anzi forse è linizio di un nuovo modo di fare calcio. Anche perché nel frattempo la serie A raggiunge a fatica laccordo interno alla categoria, per fissare la mutualità destinata ai club che retrocedono in serie B versando 2,5 milioni di euro come rimborso per il mancato incasso e prevedendo una sorta di paracadute in modo da attutire le perdite.
«Cè grande compattezza in serie A» annuncia Galliani: è uno dei pochi motivi di conforto, dopo una giornata nera, anzi nerissima, aperta dalla contestazione degli ultrà per la serie B al sabato, scandita dalla scissione e chiusa da un bel temporale estivo. «Abbiamo anche le deleghe per firmare il contratto in chiaro con la Rai» aggiunge Galliani ed è il secondo risultato ottenuto dalla ritrovata unità della categoria. «Mai accaduto in passato» è la riflessione del presidente della Lega arrivato in assemblea per chiedere il voto a favore di Zamparini, «in rispetto dei patti sottoscritti allatto dellelezione». E invece dalla serie B arriva la provocazione. «Vogliamo un vice-presidente vicario» annunciano e utilizzano lelezione fresca di Vincenzo Matarrese, successore di Preziosi dimissionario, per tentare il golpe.
I presidenti di B parlano daltro. «Io non vengo più» annuncia Fabrizio Lori, industriale del settore plastico, appena arrivato col Mantova tra i cadetti. «Hanno proposito il 100% dei ricavi il primo anno e il 90% per il secondo senza chiarire lammontare della cifra» è la spiegazione da parte loro della rottura. Non ci sono altri appuntamenti alle viste. Ormai, consumato lo strappo, si vola verso la doppia Lega. «Altro che disgrazia, è un passo avanti, un grande passo avanti che dà la possibilità di rimettere i conti in ordine alla serie A», segnala Giraudo. «La prima serie oggi è più simile al calcio inglese, tedesco e spagnolo» incalza il dirigente juventino che indovina già il futuro nelle pieghe di una crisi che è conseguenza della recessione economica. E che risulta ancora più traumatica dalle beghe interne: è di ieri il diverbio tra Franza, del Messina, e Gazzoni, azionista del Bologna retrocesso.
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