Fabrizio Aspri
Primo punto allordine del giorno: centrare la quinta vittoria di fila in campionato. Secondo: farlo a Udine, senza lacciaccato Totti, lo squalificato Panucci e con Perrotta a mezzo servizio, bloccato da guai muscolari e dolori. Nella terra che fino a qualche tempo fa era regno di Spalletti, la Roma sfida il destino per continuare a sorridere. Amarcord, dunque. E occhi puntati verso un test da brivido.
A otto mesi dalla sua ultima apparizione al Friuli, il tecnico toscano rifiuta di credere ad unaccoglienza da traditore. «Me laspetto positiva - spiega - perché in quel contesto lì mi sono impegnato molto, ho dato più del massimo. Io non sono scappato. Ho fatto delle valutazioni che al momento opportuno ho reso note allambiente e alla società. La sera stessa della qualificazione in Champions, parlai con Pozzo chiedendogli un colloquio. Ho bellissimi ricordi del Friuli. Mi è dispiaciuto molto andare via, perché avevamo radicato amicizie importanti. E soprattutto è dispiaciuto ai miei figli: questo mha fatto tentennare molto».
Festival dei ricordi. «Pozzo? Non voglio fare polemica con lui, anche se mi è costato caro venire via, perché ho pagato tutto quello che hanno voluto. Sono situazioni che possono capitare, fanno parte del calcio». Come, in alcuni casi, laffetto tra giocatori e allenatore. «Non li ho sentiti spesso i miei ex giocatori. Con alcuni ci siamo fatti gli auguri di Natale. Mi aspetto da loro un saluto. Non nutro invidie per lUdinese, anzi. Mi è dispiaciuto quando è andata fuori dalla Champions. Quei ragazzi mi hanno dato tantissimo e se sono alla Roma è anche merito loro: perché li dovrei dimenticare e sperare che a loro le cose vadano male? Da Sensini, ad esempio, ho imparato tantissimo e lo ringrazio per tutto ciò che mi ha dato».
Dalle carezze e alle note tecniche. Parte lanalisi della gara. «Le insidie? Lorgoglio di questi ragazzi. È una trasferta a rischio perché lUdinese è una buona squadra, ha un allenatore che ha fatto meglio di me: quando cero io siamo stati eliminati in Uefa da una squadra più debole. Noi saremo predisposti a dare battaglia, con lobiettivo di fare la partita e di centrare la vittoria». Stavolta però sarà più difficile del solito, vista lassenza di Totti. «Chi lo sostituirà? Ci sono un paio di giocatori che possono ricoprire quel ruolo». Il primo nome che viene in mente è quello di Mancini, che Capello aveva già schierato come attaccante. «Bisogna guardare cosa ha fatto Capello, perché ha fatto bene. Anche se per me, schierandolo in avanti, gli si toglie qualche possibilità. De Rossi centravanti? Bisogna cercare di non fare confusione né creare degli squilibri nella squadra. Daniele giocherà sempre a centrocampo. Sceglierò uno che sappia giocare con le spalle alla porta, che abbia un po dimprevedibilità e qualche soluzione estrosa personale».
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