Pantere, ragni velenosi e coccodrilli nel Tevere: ma sono solo racconti

Raccontare con ricchezza di particolari, doverosamente esagerando. Questi gli ingredienti principali delle leggende metropolitane, che a Roma pare abbiano eletto gli animali ad assoluti protagonisti. Il primo episodio riguarda la pantera libera tra i quartieri della città. C’era anche una prova documentale fotografica, peccato che si trattasse di un gatto nero. Sgonfiato il primo caso, ecco puntuale presentarsi il secondo, quello del tronchetto della felicità. Non il partito del comico di Zelig Natalino Balasso, ma la pianta tropicale chiamata «Yucca», che si diceva contenesse uova di migale, un grosso e pericoloso ragno. Schiudendosi, queste uova avrebbero generato colonie velenosissime: la falsa notizia ha mandato nel panico i numerosi residenti che tenevano la pianta in bella mostra sul loro balcone. Per non essere da meno degli americani, però, la leggenda più in voga è quella dei coccodrilli nel Tevere.

Le ricerche hanno dato esito opposto: erano iguane di sesso maschile che raggiungono anche i due metri di lunghezza e nuotano in maniera simile agli alligatori. Il fascino del dubbio rimane sempre e non tutti danno credito alle spiegazioni razionali: la fantasia vuole essere più forte della logica.\

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