Papa: "Ebrei, cristiani e islamici vivano in pace"

Benedetto XVI in visita alla Cupola della roccia, davanti al gran mufti di Gerusalemme, ha invitato i credenti a un dialogo sincero. Poi prega al Muro del Pianto e nella Valle del Giudizio dice: "Dio non permetta altri sfollati per il conflitto

Papa: "Ebrei, cristiani e islamici vivano in pace"

Gerusalemme - "Pace per la Terra Santa e per l’umanità". È questa l’invocazione che Benedetto XVI ha rivolto all’Unico Dio nella sua preghiera silenziosa davanti al Muro del Pianto di Gerusalemme, dopo essere entrato scalzo nella Cupola della Roccia sulla limitrofa spianata delle Moschee. La ha scritta lui stesso sul foglietto infilato in una fessura tra le antiche pietre, come aveva fatto nel 2000 Giovanni Paolo II e come fanno ogni giorno tanti ebrei.

Il foglietto nel muro del pianto "Dio di tutti i tempi - si legge nel biglietto autografo - nella mia visita a Gerusalemme, la Città della pace, casa spirituale di ebrei, cristiani e musulmani, porto di fronte a te le gioie, le speranze e le aspirazioni, le prove, le sofferenze e i disagi di tutti i tuoi popoli dovunque nel mondo. Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, ascolta il grido degli afflitti, dei timorosi, dei diseredati. Manda la pace sulla Terra Santa, sul Medio Oriente e su tutta la famiglia umana. Smuovi i cuori di tutti coloro che invocano il tuo nome affinche camminino umilmente nel sentiero di giustizia e compassione".Nel foglietto è citata un’altra frase del libro biblico delle Lamentazioni "Il Signore è buono con coloro che lo attendono, con gli animi che lo cercano".

Benedetto XVI stringe un patto di alleanza indissolubile con gli ebrei, e nel nome del "Dio di tutti i tempi" prima va al Muro del Pianto, poi alla Spianata delle Moschee. Dove afferma: "Musulmani e cristiani continuano il dialogo rispettoso. Io prego per questo". Secondo giorno di Papa Ratzinger a Gerusalemme la Santa, città che deve divenire veramente città della pace attraverso il confronto tra le religioni di Abramo. In mattinata, con la visita alla moschea di Omar, Ratzinger compie storico, che va oltre quanto fatto dal suo predecessore.

Il dialogo La via è il dialogo, ma anche un comune studio teologico della Bibbia. Visita, più tardi, al Cenacolo, al centro di trattative tra Vaticano ed autorità israeliane. "Le diverse Chiese cristiane che qui si trovano rappresentano un patrimonio spirituale ricco e vario e sono un segno delle molteplici forme di interazione tra il Vangelo e le diverse culture", sottolinea. Nel pomeriggio la messa nella Valle di Josaphat, dove la Bibbia vuole che si raduneranno le anime per il Giudizio Universale. Benedetto XVI esorta i cristiani di Terrasanta a non lasciare il loro paese, e promette loro: "Non vi dimentico". La pace deve nascere a Gerusalemme, anche se "continua ad essere minacciata dal peso delle offese del passato".

Il ricordo dell'Olocausto allo Yad Vashem Anche ieri il Papa si era ispirato a questo testo nel lasciare un pensiero sul libro d’onore dello Yad Vashem, una visita che ha diviso l’opinione pubblica israeliana. Al suo arrivo all’eroporto Ben Gurion di Tel Aviv, per la prima volta un Papa aveva parlato esplicitamente di sei milioni di vittime e poi al memoriale aveva ripetuto la più ferma condanna di ogni negazionismo, ricordando con commozione come quei milioni di morti avessero ricevuto da padre e madri un nome che non si potrà mai cancellare.

Le critiche della stampa Ma oggi i commenti sono nettamente discordi: da una parte i giornali che sottolineano solo le critiche di alcuni esponenti già contrari in partenza alla visita del Pontefice, dall’altra le televisioni che hanno dato più spazio ai commenti della gente, il più delle volte favorevolmente impressionata dai primi momenti del pellegrinaggio del Papa. E in positivo ha parlato anche Noah Frug, presidente dei comitati dei sopravvissuti all’Olocausto, che ha definito "esagerate" le condanne del discorso al Yad Vashem. "Il Papa non è presidente di una organizzazione sionista, quindi perchè lo critichiamo?", si è chiesto, ricordando che Benedetto XVI "è venuto in Israele per avvicinare la Chiesa all’Ebraismo e dobbiamo considerare la sua visita positiva ed importante". Parole molto chiare che però «Haaretz», quotidiano ritenuto autorevole in materia perchè nei mesi scorsi annunciò per primo il viaggio del Papa in Israele, ignora nel titolo sprezzante di oggi: "I sopravvissuti irritati dal discorso tiepido di Benedetto".

E sui media non sono mancate addirittura le calunnie e così il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, è stato costretto a precisare che Joseph Ratzinger, arruolato di forza a 16 anni nella contraerea tedesca, "non ha mai fatto parte della fanatica Gioventù Hitleriana".

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