da Roma
Il presepe è «un elemento importante non solo della nostra spiritualità, ma anche della nostra cultura e dellarte». Con queste parole, discrete ma eloquenti, pronunciate al termine dei saluti che hanno chiuso ludienza generale del mercoledì, Benedetto XVI ha voluto ricordare limportanza di mantenere viva lantica tradizione.
Il Papa, che ha dedicato interamente allevento del Natale lultima udienza che precede la grande festa cristiana, ha concluso ringraziando i tanti pellegrini che gremivano laula Paolo VI, tra i quali anche un gruppo di zampognari che hanno intonato melodie natalizie: «Tra qualche giorno è Natale ha ricordato Ratzinger e immagino che nelle vostre case si stia ultimando lallestimento del presepe, che costituisce una quanto mai suggestiva rappresentazione della natività. Auspico che un elemento così importante, non solo della nostra spiritualità, ma anche della nostra cultura e dellarte, continui a essere un semplice ed eloquente modo per ricordare colui che è venuto ad abitare in mezzo a noi». In Piazza San Pietro, accanto al grande albero di Natale che ieri sera è stato illuminato, si sta ultimando la costruzione del presepe gigante che verrà scoperto la notte della vigilia.
Nella sua catechesi, Benedetto XVI, parlando della nascita di Gesù, si è chiesto: «Lumanità del nostro tempo attende ancora un salvatore? Si ha la sensazione che molti considerino Dio come estraneo ai propri interessi. Apparentemente ha aggiunto non hanno bisogno di lui; vivono come se non esistesse e, peggio, come se fosse un ostacolo da rimuovere per realizzare se stessi».
Un atteggiamento, ha spiegato Ratzinger, che non riguarda soltanto coloro che sono lontani dalla fede. «Anche fra i credenti siamo certi alcuni si lasciano attrarre da allettanti chimere e distrarre da fuorvianti dottrine che propongono illusorie scorciatoie per ottenere la felicità. Eppure ha detto ancora il Papa pur con le sue contraddizioni le sue angustie e i suoi drammi, e forse proprio per questi, lumanità oggi cerca una strada di rinnovamento, di salvezza, cerca un salvatore e attende, talora inconsapevolmente, lavvento del salvatore che rinnova il mondo e la nostra vita, lavvento di Cristo, lunico vero redentore delluomo e di tutto luomo.
«Certo, falsi profeti continuano a proporre una salvezza a basso prezzo, che finisce sempre per generare cocenti delusioni. Proprio la storia degli ultimi cinquantanni dimostra questa ricerca di un salvatore a basso prezzo ed evidenzia tutte le delusioni che ne sono derivate». Benedetto XVI non precisa quali siano questi «falsi profeti», ma il fatto che circoscriva il periodo allultimo mezzo lascia intendere che possa riferirsi alle tante promesse (non mantenute) di felicità e pienezza umana, ai tanti idoli della società relativista.
«È compito di noi cristiani ha aggiunto il Papa diffondere, con la testimonianza della vita, la verità del Natale, che Cristo reca a ogni uomo e donna di buona volontà. Nascendo nella povertà del presepe, Gesù viene ad offrire a tutti quella gioia e quella pace che sole possono colmare lattesa dellanimo umano».
Benedetto XVI ha quindi indicato latteggiamento «dellattesa vigile» e della preghiera come fondamentale per il cristiano nel tempo di preparazione al Natale. Proprio questo atteggiamento, spiega, hanno tenuto i protagonisti della storia accaduta duemila anni fa, soprattutto Maria e di Giuseppe: «Questi ultimi, più di ogni altro, hanno provato in prima persona laffanno e la trepidazione per il bambino che doveva nascere. Non è difficile immaginare ha sottolineato Ratzinger come abbiano trascorso gli ultimi giorni, nellattesa di stringere il neonato fra le loro braccia. Il loro atteggiamento sia il nostro».
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