Loreto (Ancona) - Benedetto XVI invita i giovani dell’Agorà ad andare controcorrente facendo proprio il metodo scelto da Dio per irrompere nella storia dell’uomo: quello dell’umiltà. E li invita a badare più all’essere che all’avere, resistendo alle «voci suadenti» dei media che propagandano modelli di vita improntati «all’arroganza e alla violenza, alla prepotenza e al successo ad ogni costo». Chiede loro di seguire Gesù impegnandosi in favore degli ultimi ma anche salvaguardando l’ambiente, adottando «scelte coraggiose» prima che «sia troppo tardi». Propone loro il modello di Maria, che nella semplicità della casa di Nazaret – le cui mura secondo un’antica tradizione sono custodite a Loreto – seppe dire il suo «sì» al progetto di Dio.
La spianata di Montorso, alla periferia di Porto Recanati, è un mare variopinto. Ci sono i giovani provenienti da tutta Italia, ospitati con generosità dalle diocesi marchigiane, ma ci sono anche delegazioni che giungono dall’Europa e dal mondo. Hanno risposto in tanti e il culmine delle presenze si registra per la Messa conclusiva: quasi cinquecentomila, assicurano gli organizzatori. A fianco del Papa ci sono i cardinali e molti vescovi del nostro Paese. Quello che Benedetto XVI lancia, visibilmente emozionato per l’accoglienza, è un messaggio improntato all’esempio della Madonna. «Dio cerca cuori giovani, cerca giovani dal cuore grande – spiega – capaci di fare spazio a Lui nella loro vita». Ma che cosa rende «davvero giovani in senso evangelico?», si domanda. La risposta è «l’umiltà di Maria». «Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato», si è appena letto nel Vangelo di Luca: «Questa prospettiva indicata dalle Scritture appare oggi quanto mai provocatoria per la cultura e la sensibilità dell’uomo contemporaneo. L’umile è percepito come un rinunciatario, uno sconfitto, uno che non ha nulla da dire al mondo. Invece questa è la via maestra, e non solo perché l’umiltà è una grande virtù umana, ma perché, in primo luogo, rappresenta il modo di agire di Dio stesso. È la via scelta da Cristo».
Il Papa afferma che questa parola di Dio sull’umiltà è un messaggio «importante e quanto mai attuale». «Non seguite la via dell’orgoglio – continua Benedetto XVI – bensì quella dell’umiltà. Andate controcorrente: non ascoltate le voci interessate e suadenti che oggi da molte parti propagandano modelli di vita improntati all’arroganza e alla violenza, alla prepotenza e al successo ad ogni costo, all’apparire e all’avere, a scapito dell’essere. Di quanti messaggi, che vi giungono soprattutto attraverso i mass media, voi siete destinatari! Siate vigilanti! Siate critici! Non andate dietro all’onda prodotta da questa potente azione di persuasione».
«Non abbiate paura cari amici – dice ancora Ratzinger – di preferire le vie “alternative” indicate dall’amore vero: uno stile di vita sobrio e solidale; relazioni affettive sincere e pure; un impegno onesto nello studio e nel lavoro; l’interesse profondo per il bene comune. Non abbiate paura di apparire diversi e di venire criticati per ciò che può sembrare perdente o fuori moda». I «vostri coetanei, ma anche gli adulti» e specialmente quanti sembrano più lontani dai valori del Vangelo «hanno profondo bisogno di vedere qualcuno che osi vivere secondo la pienezza di umanità manifestata da Gesù».
Il Papa chiarisce che quella dell’umiltà «non è la via della rinuncia, ma del coraggio», non è «l’esito di una sconfitta ma il risultato di una vittoria dell’amore sull’egoismo e della grazia sul peccato». La prima grande sfida «rimane sempre quella di seguire Cristo fino in fondo, senza riserve e compromessi» e ciò significa «sentirsi parte viva del suo corpo che è la Chiesa» perché «non ci si può dire discepoli di Gesù se non si ama e non si segue la sua Chiesa». E nella Chiesa si impara ad accogliere e aiutare i poveri e gli ultimi: «Seguire Cristo – afferma ancora Benedetto XVI – comporta lo sforzo costante di dare il proprio contributo alla edificazione di una società più giusta e solidale, dove tutti possano godere dei beni della terra». Il Papa sottolinea, infine, l’importanza e l’urgenza dell’impegno per «la salvaguardia del creato». «Alle nuove generazioni – conclude – è affidato il futuro del pianeta, in cui sono evidenti i segni di uno sviluppo che non sempre ha saputo tutelare i delicati equilibri della natura.
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