Malta - Nel secondo e ultimo giorno della sua visita a Malta, nella cappella della nunziatura apostolica di Rabat, Benedetto XVI ha incontrato otto vittime di abusi sessuali perpetrati da sacerdoti, assicurando l’impegno della Chiesa per consegnare alla giustizia i colpevoli. Il Papa, spiega il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, «era profondamente commosso» dai racconti delle vittime – tutti uomini tra i trenta e quarant’anni – e «ha espresso la sua vergogna e il suo dolore per quello che le vittime e le loro famiglie hanno sofferto». Ratzinger «ha pregato con loro e ha garantito loro che la Chiesa sta facendo e continuerà a fare tutto quello che è in suo potere per indagare le accuse, assicurare alla giustizia coloro che sono responsabili degli abusi e applicare effettivamente le misure tese a salvaguardare i giovani in futuro». «Nello spirito della sua recente lettera ai cattolici d’Irlanda – ha aggiunto Lombardi – ha pregato affinché tutte le vittime degli abusi sperimentino la guarigione e la riconciliazione».
All’incontro, che è durato una ventina di minuti, erano presenti l’arcivescovo di Malta e il vescovo di Gozo, il sostituto della segreteria di Stato, il nunzio apostolico e i due segretari del Pontefice. Dopo un momento di preghiera silenziosa e comune, Benedetto XVI «stando vicino all’altare ha parlato a tu per tu con ciascuna delle vittime, in «un clima intenso ma sereno, senza tensione», con evidente «familiarità».
Quello di ieri è stato il terzo incontro a tu per tu lontano dalle telecamere con vittime delle pedofilia, dopo quello avvenuto proprio due anni fa, a Washington, e quello di Sydney, sempre nel 2008. Il gesto significativo di Ratzinger e le inequivocabili parole di Lombardi che l’hanno accompagnato, confermano la decisione del Pontefice di continuare nella linea intrapresa e manifestare vicinanza e comprensione verso le vittime.
La giornata di Benedetto XVI era cominciata con la messa nel piazzale dei Granai a Floriana, alla quale hanno partecipato più di quarantamila persone: un’accoglienza calorosa, festante e al tempo stesso ordinata. Nell’omelia il Papa ha detto: «Molte voci cercano di persuaderci di mettere da parte la nostra fede in Dio e nella sua Chiesa e di scegliere da se stessi i valori e le credenze con i quali vivere». Ma, ha aggiunto parafrasando le parole dell’apostolo Paolo che naufragando qui 1950 anni fa portò l’annuncio della fede cristiana nell’isola, «in ogni momento della nostra vita dipendiamo interamente da Dio, nel quale viviamo, ci muoviamo e abbiamo la nostra esistenza». Ratzinger ha anche osservato come oggi si sia tentati di pensare «che l’odierna tecnologia avanzata possa rispondere ad ogni nostro desiderio e salvarci dai pericoli che ci assalgono. Ma non è così».
Nel pomeriggio, il Papa si è spostato in battello nel porto della Valletta e ha incontrato migliaia di giovani. Negli interventi iniziali uno di loro ha detto della difficoltà che hanno a sentirsi accettati dalla Chiesa coloro che hanno un orientamento sessuale diverso, che hanno famiglie irregolari, che vivono il dramma della droga. Nel suo discorso, Ratzinger ha ripetuto l’invito di Papa Wojtyla, «Non abbiate paura!», e ricordando come la cultura odierna promuova «idee e valori talvolta in contrasto» con quelli predicate da Gesù, ha detto ai giovani di essere orgogliosi per come Malta difende i valori cristiani della vita e della famiglia dicendo no all’aborto e al divorzio».
Nel commiato all’aeroporto, prima di ripartire per Roma, Benedetto XVI è tornato a parlare di immigrazione, e «delle difficoltà che può causare l’accoglienza di
un gran numero di persone, difficoltà che non possono essere risolte dal alcun Paese di primo approdo, da solo». Oggi il Papa ricorderà il quinto anniversario dell’elezione pranzando con membri del collegio cardinalizio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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